Anno: 2012
Episodi: 10
Genere: fantasy
La trama in breve:
Analogamente a quanto vaneggiavo in merito alla prima stagione, anche questa seconda carrellata di episodi dedicati all'opera di George R. Martin propone una trama e un intreccio di non facile sintesi.
Per cui, riassumo solamente alcuni degli scenari che vanno pian piano ad espandersi e amplificarsi nel corso delle dieci puntate della seconda stagione.
Da un lato abbiamo Approdo del Re saldamente nelle mani del casato Lannister: re Joffrey governa in modo duro e spregevole, la regina tesse intrighi e il buon Tyrion, divenuto primo cavaliere in vece del padre, si baramena alla meno peggio, cercando di sopravvivere, di governare il popolo e, soprattutto, di proteggere il regno. Già, perché contro Approdo del Re muovono ben tre eserciti, quello di Stannis Baratheon, di Renly Baratheon e del Re del Nord, Robb Stark.
Più a Nord poi troviamo la piccola Arya che finisce catturata e poi serva al servizio di Tywin Lannister; non perderà però l'occasione di salvare la vita a un misterioso quanto conturbante personaggio, Jaqen. Lord Snow è invece oltre la Barriera, per indagare assieme ai propri compagni sui bruti, sui non-morti e le macchinazioni del "Re Oltre la Barriera".
Momenti di tenerezza tra Tyrion e Shae |
Infine, al di là del mare, Daenerys Targaryen vaga nel deserto assieme a parte del proprio popolo alla ricerca di un modo per sopravvivere, un peregrinare che li condurrà fino alla prospera città di Qarth dove almeno uno dei reggenti sembra intenzionato a volerle fornire supporto.
Ok, questo è solo il quadro globale, ma gli sviluppi e gli intrecci sono a dir poco variegati e complessi. Così come il numero di personaggi che vengono introdotti o che, come dire, trovano la morte...
Il mio commento (attenzione agli spoiler!!!):
Conclusa la visione della serie almeno, ehm, una decina di giorni fa, trovo solo ora l'occasione di ciarlarne un poco. Anche perché, come per la precedente, la soddisfazione è stata molto buona: non vediamo (io e Silvia, intendo) l'ora che esca la terza stagione.
Rispetto alle prime dieci puntate, comunque, le vicende di questa seconda stagione coinvolgono un numero ancora maggiore di personaggi con intrecci e risvolti non banali, alcuni dei quali particolarmente apprezzati.
Qui invece vediamo Stannis Baratheon assieme alla "sacerdotessa" rossa Melisandre |
In primis, continua la mia stima per il "grande" Tyrion impegnato in una battaglia a 360 gradi contro nobili, familiari, nemici di Approdo del Re. Non
può permettersi alcuna distrazione, tanto più che ricorre a sotterfugi di ogni tipo per capire di chi può o non può fidarsi, non solo per la propria incolumità o per la sopravvivenza del regno, ma ancor di più per tutelare la propria amata, Shae.
Per fortuna che al suo seguito ha qualche alleato, come il letale Bronn. Uno che non me la racconta giusta, uno che ha ancora molto da rivelare secondo me, ma che comunque si rivelerà determinante in molti contesti.
Daenerys invece mi pare un po' relegata ad un ruolo marginale, alla deriva. Però è evidente il cambiamento che sta avvenendo in lei considerando la sua crescita in fermezza e determinazione, e il controllo che esercita sui piccoli draghetti. Confido che nella terza stagione però si riscatti un poco.
Un altro personaggio che ho apprezzato è Theon Greyjoy. Ok, lo ammetto, mi sta altamente sulle balle, a pelle, non saprei dire perché. E' un vigliacco, una banderuola, un personaggio viscido e opportunista...ma appunto per questo lo apprezzo. Sebbene ricopra un ruolo ignobile, suo malgrado è funzionale a far emergere falsità e tradimenti e seminare elementi di destabilizzazione. Non che le cose gli riescano bene bene, sia chiaro (l'ultima volta che l'ho vista era a terra, privo di sensi, dopo esser stato picchiato dagli stessi uomini di cui è al comando...), ma ora sono curioso di vedere cosa ha in serbo per lui il Fato.
Daenerys di fronte ai 13 saggi (ora sono un po' meno...) di Qarth. Un po' come accade a Jessica Fletcher, anche dove si reca la dolce principessa, più di qualcuno crepa... |
Parallelamente, seppur compaia per poco, un'altro personaggio che son curioso di veder all'opera è Margaery Tyrell (interpretata da una Natalie Dormer che avrei visto bene nei panni di Catwoman): spregiudicata, arrivista, calcolatrice e falsa, vestita di apparente innocenza. Vedremo quali dinamiche si verranno a creare con lei a corte, quali alchimie e gelosie innescherà la sua presenza, considerando le mire che la donzella ha (la corona) e i piani che invece la madre del re ha per lui. Senza dimenticarsi della povera Sansa Stark che speravo scappasse con Il Mastino.
Per concludere la carrellata di personaggi, mi va di soffermarmi su Jaqen H'ghar il misterioso sicario che concede "tre anime" ad Arya Stark, un dono per ripagarla delle vite che ella ha contribuito a salvare. Un personaggio molto particolare, aristocratico quasi, distaccato ma colto, che parla in modo forbito e in terza persona singolare. Un'ombra, sostenitore di valori quali l'onore ma capace di uccidere in modo creativo e di ricorrere ad arti sovrannaturali e a cui viene dedicato il titolo dell'ultimo episodio della stagione.
Altro personaggio da tenere in debita considerazione: Lady Brienne |
Al di là di quelli citati, comunque, di personaggi ce ne sono molti altri e lascio a voi l'eventuale approfondimento, magari mediante visione della serie. Tra intrecci, legami, intrighi et similia, il tempo degli episodi vola e si assiste un po' ad una sorta di corsa, ben cadenzata per carità, tuttavia il ritmo si mantiene sostenuto, alternando momenti di dialogo all'azione, talvolta cruenta e con scenari da battaglia campale. Sceneggiatura e regia si dimostrano ancora una volta efficaci e ben realizzate, capaci di concedere allo spettatore una visione di insieme su quanto accade e sui cambiamenti in atto, per lo più focalizzandosi su episodi ed eventi clou. Non ci si dilunga mai troppo in situazioni fini a se stesse, tutt'altro. Ogni singola sequenza si rivela funzionale e necessaria per fornire elementi di conoscenza o per scatenare conseguenze talvolta inattese e imprevedibili.
Jaqen H'ghar assieme ad Arya Stark |
Non mancano nemmeno le morti improvvise (vedi Renly Baratheon o Qhorin il Monco), i risvolti insperati (come la disfatta dell'attacco perpetrato ad Approdo del Re da Stannis Baratheon) o le situazioni che precipitano (pensiamo a Jon Snow, prigioniero dei bruti, o alla principessa Daenerys) ma son proprio queste che - imho - contribuiscono al successo della serie al pari del realismo percepito e delle scene più "esplicite".
Non posso effettivamente parlare di "realismo", ma di percezione di questo. Non tanto perché trattasi di serie televisiva ma perché viene meno la consapevolezza di tempistiche e distanze, un dettaglio che alla lunga temo possa rivelarsi poco gradito. Magari favorisce i colpi di scena (vedasi la presenza di Tywin ad Approdo del Re) ma abusarne non fa bene. Anche perché si rischia di sbilanciare la narrazione, come forse un po' avviene nei confronti di Rob Stark, alle prese con dinamiche di non sempre facile soluzione, soprattutto quando di mezzo ci sono le donne, nella fattispecie la mamma e la donna amata.
Apprezzata poi l'attenzione, sebbene concisa ma mirata, che gli autori riservano a risvolti e dinamiche che possono sembrare minori ma che contribuiscono alla definizione dell'ambientazione e a coinvolgere lo spettatore, vedasi ad esempio il malcontento del popolo al governo del sadico Joffrey oppure dettagli utili a conoscere la psicologia di personaggi quali il Mastino, Talisa, Cersei...che possono non esser primari ma tutto sommato sono determinanti per lo svolgimento della narrazione.
Al di là di queste mie considerazioni, soddisfatto di quanto visto, attendo ora la terza stagione, soprattutto per vedere che accadrà ora: mentre giù al sud combattono per il potere, i non morti e le creature Oltre la Barriera hanno iniziato a muoversi....
Una freccia soltanto e un'intera flotta sbaragliata... di certo fa curriculum! |
PS: per chi volesse un assaggio di ciò che riserva la terza stagione, ecco qui il trailer
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