Autore: David Dalglish
Editore: Fabbri Editore
Genere: fantasy
Pagine: 273
La trama in breve:
Thren Felhorn, mastro della Gilda del Ragno, è un assassino spietato, il capo indiscusso delle Gilde dei Ladri. Tutti lo temono. Persino il re Edwin Vaelor, giovane e inetto; persino il Triumvirato, l’alleanza delle tre famiglie aristocratiche più potenti dell’intera terra del Drezel, da anni impegnate in una guerra senza quartiere con i ladri che attentano alle loro ricchezze. Ora, però, Thren ha un piano per porre fine alle ostilità una volta per tutte: vuole colpire i suoi nemici durante la grande festa del Kensgold, quando i tre patriarchi si riuniscono per festeggiare e ostentare sfarzo e potere. Anche Aaron teme Thren, e non oserebbe mai ribellarsi a lui. È il suo unico erede, il figlio che dovrà prendere il suo posto al vertice della Gilda. A otto anni Aaron ha ucciso per la prima volta, ha accoltellato il suo stesso fratello maggiore. Ora che ne ha tredici, però, il pensiero di vivere nella violenza e nell’assassinio lo disgusta. Può contare su due soli alleati: Kayla, la giovane ladra che gli ha salvato la vita, diventando così il braccio destro di Thren, e Robert Haern, l’anziano ex tutore di corte e suo precettore, che vorrebbe per il ragazzo una sorte diversa da quella che il padre gli impone. Intanto, mentre i preparativi per il Kensgold si fanno incandescenti, il patriarca Maynard Gemcroft cerca di sopravvivere ai complotti della famiglia rivale dei Kull, cui sua figlia Alyssa si è incautamente legata. Ma la ragazza dovrà scegliere da che parte stare, e lo farà sotto la guida e con l’aiuto delle Senzavolto, guerriere abilissime, dotate di capacità magiche e in grado di violare anche le fortezze più impenetrabili. Uno straordinario affresco di magia, combattimenti, brutalità e avventura, nel primo capitolo di una saga fantasy che ha conquistato i lettori di tutto il mondo.
Il mio commento:
Libro acquistato praticamente a caso, scorrendo i titoli esposti in libreria e lasciandomi ispirare da copertina e sinossi, La presenza di un numero "1" in copertina e anteprime dei successivi capitoli, così come il prezzo aggressivissimo - 5 euro :-))) - mi hanno infine convinto.
Ordunque, non ne son rimasto deluso ma, su una scala da 1 a 10, non credo mi spingere oltre al 6 come voto globale.
Indubbiamente si tratta di un testo scorrevole e avvincente, che scivola via senza problemi vuoi per il ricorso a uno stile diretto e semplice vuoi per la presenza di molte scene di azioni. Una discreta lettura, leggera per certi versi, che introduce a un mondo che, nel corso dei successivi capitoli della saga, presumo verrà esplorato e maggiormente approfondito.
Però, per quel che mi riguarda, non sono così certo di voler procedere con Shadow Dance II - La danza delle maschere e successivi.
Questione di gusti, per carità, ma questo romanzo non mi ha coinvolto come speravo, non è scoccata quella scintilla che mi pungola a continuare la saga per sapere cosa accadrà. Tanto più che leggendo le trame dei successivi capitoli si nota un cambio di direzione che mi ha insospettito assai.
Già perché qui si parla di gilde di ladri, gente senza scrupoli che si occupa di delinquere, di chiedere il pizzo, di ammazzare, di depredare, di rubare e chi più né ha più ne metta. Al centro delle vicende la Gilda del Ragno capeggiata dal potente Thren Felhorn e da suo figlio, Aaron. Il quale però sembra compiere una scelta diversa da quella che si aspettava suo padre, finendo per tradire e diventare una sorta di vigilante...tutto ciò non accade nel primo libro ma rappresenta sarà lo sviluppo della trama nei successivi capitoli della saga.
E tutto ciò non mi aggrada.
Posso accettare talune scelte narrative, come enfatizzare le scene d'azione a discapito della definizione dell'ambientazione o della caratterizzazione dei personaggi, posso farmi andar bene la presenza di elementi magici senza che venga chiarito alcunchè, idem con patate per l'utilizzo di cliché nella scelta di taluni personaggi o per la leggerezza con cui vengono affrontate certe dinamiche (massì, sfregiamo e tagliamo l'occhio a una giovane donna...lei non sentirà dolore, non schizzerà poi tanto sangue e soprattutto il giorno dopo avrà già una bella cicatrice quasi rimarginata; oppure, tanta fatica per attraversare cunicoli e fogne così da uscire dal rifugio senza farsi notare ma poi, al ritorno, con le guardie alle calcagna, si entra per l'ingresso principale...mah...), però ho difficoltà a lasciarmi condurre per mano verso uno scenario più rassicurante rispetto a quello in cui ragazzini vengono plasmati per diventare assassini perfetti e futuri mastri di gilde. Ecco, questo tipo di sviluppo era esattamente quello che mi aspettavo, mi avrebbe avvinto e incuriosito pur essendo, chiaramente, uno scenario da condannare poiché negativo.
Invece, sapere che tutto si dirigerà verso dinamiche standard e già calcate, e fondamentalmente causate dal dissidio interiore scatenato nel giovane Aaron da un elemento ben preciso.
Che poi è una parola di 4 lettere che inizia con la lettera "F".
Già.
Infatuato di Kayla - nota: tutte le donne nel libro sono bellissime - inizierà a cambiare prospettive, modi di pensare e via dicendo. Un ragazzo che cambierà per offrire un'immagine più edificante per i giovani cui è rivolto il romanzo ma che, inevitabilmente, finirà con lo spezzare il cuore a quel tenerone di suo padre. Immagino anche che questo determinerà il declino della gilda, generando disoccupazione e squilibri in società. Sarà l'inizio della crisi...
E, probabilmente, Aaron non raggiungerà nemmeno il nobile scopo trivellatorio in nome del quale ha iniziato, nel corso delle 270 pagine circa che compongono il romanzo, a disobbedire al proprio padre e a porsi interrogativi sul senso della vita, sulla spiritualità e sul perché debba pagare quando preleva col bancomat.
Gli altri personaggi del romanzo, poi, mi hanno dato l'idea di essere poco approfonditi e incisivi, fermo restando che stiamo parlando da un lato di criminali e lestofanti, dall'altro di gente di potere pronta a tutto per mantenere la propria posizione. Accanto a questi ce ne sono altri, vittime e motori degli eventi, ma di nessuno mi sento di dire che conservo un'immagine ben precisa. Non che non abbiano un minimo di identità, ma sono solamente abbozzati. E' anche vero che considerando le pagine a disposizione non era nemmeno facile bilanciare il tutto.
Probabilmente, come accennavo da qualche parte in codesto post, si percepisce che questo Shadow Dance - La danza degli inganni è un primo capitolo di una saga. Un libro leggibile e avvincente quanto basta per cercare di incuriosire a sufficienza i lettori in modo da indurli a comperare i successivi libri che compongono la saga.
Altrimenti, la gilda del Ragno farà loro
visita quando meno se lo aspettano :-P
visita quando meno se lo aspettano :-P
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