Autore: Terry Brooks
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 342
La trama in breve:
Su una Terra devastata in maniera irreversibile dall'inquinamento e dalle pestilenze imperversa ormai incontrastato il Vuoto, essenza stessa del Male. Suoi fidi servitori sono i Demoni, spaventose creature postumane, frutto delle terribili contaminazioni ambientali. Il genere umano stesso sembra destinato a una progressiva e inesorabile estinzione. Pochi e sparuti drappelli di uomini e donne sopravvivono in avamposti fortificati ai terribili attacchi dei mutanti, ma la loro fine sembra ormai prossima. Spetterà ad Angel Perez e Logan Tom, gli ultimi sopravvissuti tra i Cavalieri della Parola, prendere in mano il destino del mondo, mettendosi alla ricerca di due misteriosi talismani in grado di garantire la sopravvivenza alla Terra. (fonte ibs)
Il mio commento:
Anni fa ho adorato la lettura dei libri della saga del Verbo e del Vuoto (aka "ciclo del demone". E non nascondo che il mio Vuoto di Luce sia in qualche modo debitore di quanto partorito da Terry Brooks, prolifico autore statunitense di cui avevo letto anche romanzi appartenenti al ciclo di Shannara, in cui l'ambientazione fantasy era però di stampo più classico e tradizionale.
Un'ambientazione, un mondo anzi, che un'origine doveva pure averla e che, con il ciclo "La genesi di Shannara" iniziato nel 2006 viene spiegata e descritta facendo comprendere al lettore come il presente, adeguatamente devastato dalle azioni dei seguaci del Vuoto, costituisca l'antico passato di Shannara.
Nel corso della narrazione scopriamo quindi cosa è successo alla Terra e quale infelice scenario si sia ormai radicato tra inquinamento a livelli impossibili e truci persecuzioni e mattanze perpetrate da demoni ed ex-uomini che hanno decimato la razza umana e costretto i sopravvissuti a vivere in "fortezze", cittadelle erette su quelli che oggi giorno chiamiamo "stadi".
Eppure, nonostante la precarietà del quotidiano, nonostante ormai la speranza di un futuro migliore sia praticamente estinta, c'è ancora qualcuno che si adopera per cambiare lo stato delle cose conducendo crociate disperate. Ossia i cavalieri del Verbo. Che questa volta sono ben due, Logan Tom (che mi immagino una sorta di Tom Hardy in versione Mad Max) e Angela Perez (idealmente impersonata da Michelle Rodriguez), impegnati in due distinte missioni.
Eppure, nonostante la precarietà del quotidiano, nonostante ormai la speranza di un futuro migliore sia praticamente estinta, c'è ancora qualcuno che si adopera per cambiare lo stato delle cose conducendo crociate disperate. Ossia i cavalieri del Verbo. Che questa volta sono ben due, Logan Tom (che mi immagino una sorta di Tom Hardy in versione Mad Max) e Angela Perez (idealmente impersonata da Michelle Rodriguez), impegnati in due distinte missioni.
Già perchè questo "I figli di armageddon" rappresenta il punto di partenza di un ciclo in cui confluiranno più elementi e personaggi, alcuni nuovi come gli elfi di Cintra, da secoli presenti sulla Terra ma celati agli umani, e altri meno nuovi, come quel simpaticone del demone Findo Gask e il Variante, misteriosa creatura magica comparsa ne Il fuoco degli Angeli, ultimo capitolo della saga del Verbo e del Vuoto.
L'autore crea e porta avanti quindi più trame in modo da esplorare lo scenario post-apocalittico ormai venutosi a creare e spostare l'attenzione del lettore su più situazioni e personaggi.
Da un lato abbiamo infatti Logan Tom, alla ricerca del Variante. Angela Perez invece alla ricerca degli elfi. Findo Gask impegnato a perseguitare la razza umana e interessato al Variante. La demonessa Delloreen è invece smaniosa di annientare Angela Perez (e Findo Gask) mentre gli elfi di Cintra sono alle prese con dinamiche interne in merito a cosa combinare nella vita visto che ormai la situazione, nel mondo è precipitata, e che l'albero sacro Ellcrys ha parlato a due prescelti. Infine ci sono gli Spettri, ragazzini che "infestano le rovine lasciate dagli adulti" che cercano di sopravvivere in un mondo ostile, cooperando per reperire cibo e medicine, tra cui, evidentemente, si cela quella magica creatura che è il Variante.
Come sempre, la narrazione scivola via fluida e schietta, sostenuta da uno stile asciutto e incisivo. Di tanto in tanto il focus si sposta sulla descrizione del mondo che circonda i protagonisti, per descrivere l'armageddon vissuto e gli effetti di questo su tutte le creature del mondo, sia in termini di mutazioni che di cambiamenti del modo di vivere. Si respira precarietà e disfatta, amarezza per un presente che sembra condurre unicamente verso una disperazione ancora più cupa. Una meta buia che però viene rischiarata dalla presenza del Verbo e dal coraggio e dall'intraprendenza dei ragazzini - i figli di armageddon - che non mollano la spugna ma, anzi, si adoperano per sostenersi a vicenda, per darsi coraggio e ritrovare, gli uni negli altri, il calore di una famiglia.
Purtroppo, il romanzo non è auto-conclusivo, per cui esprimere un commento esaustivo rappresenta una scelta avventata: sono ancora troppi gli elementi da chiarire e spiegare, gli sviluppi da approfondire e i personaggi da approfondire. Vero è che, fin qui, l'esperienza di lettura è stata soddisfacente ed emozionante, semplice e scorrevole, senza sbavature e ben equilibrata in termini di azione vs introspezione oppure in merito ai numerosi flash back, necessari per dare profondità ai personaggi proposti e all'ambientazione post-apocalittica in cui si muovono. Certo, ci sono anche alcuni elementi discutibili (vedi la comparsa degli elfi) mentre altri, come da copione, ripropongono un copione consolidato con Brooks, ovvero la comparsa di deus ex machina come O'olish Amaneh che, come accadeva anche negli altri libri del Verbo e del Vuoto, "sanno" cosa deve accadere e assegnano (discutibili) artefatti incantati oppure indicano alleati ai protagonisti. Passaggi questi che strizzano un po' l'occhio a situazioni da GdR ma che, personalmente, non mi hanno disturbato poi molto, così come i cambiamenti del punto di vista necessari per immedesimarsi e calarsi al meglio in ciascun arco narrativo pensato dall'autore.
Come sempre, la narrazione scivola via fluida e schietta, sostenuta da uno stile asciutto e incisivo. Di tanto in tanto il focus si sposta sulla descrizione del mondo che circonda i protagonisti, per descrivere l'armageddon vissuto e gli effetti di questo su tutte le creature del mondo, sia in termini di mutazioni che di cambiamenti del modo di vivere. Si respira precarietà e disfatta, amarezza per un presente che sembra condurre unicamente verso una disperazione ancora più cupa. Una meta buia che però viene rischiarata dalla presenza del Verbo e dal coraggio e dall'intraprendenza dei ragazzini - i figli di armageddon - che non mollano la spugna ma, anzi, si adoperano per sostenersi a vicenda, per darsi coraggio e ritrovare, gli uni negli altri, il calore di una famiglia.
Purtroppo, il romanzo non è auto-conclusivo, per cui esprimere un commento esaustivo rappresenta una scelta avventata: sono ancora troppi gli elementi da chiarire e spiegare, gli sviluppi da approfondire e i personaggi da approfondire. Vero è che, fin qui, l'esperienza di lettura è stata soddisfacente ed emozionante, semplice e scorrevole, senza sbavature e ben equilibrata in termini di azione vs introspezione oppure in merito ai numerosi flash back, necessari per dare profondità ai personaggi proposti e all'ambientazione post-apocalittica in cui si muovono. Certo, ci sono anche alcuni elementi discutibili (vedi la comparsa degli elfi) mentre altri, come da copione, ripropongono un copione consolidato con Brooks, ovvero la comparsa di deus ex machina come O'olish Amaneh che, come accadeva anche negli altri libri del Verbo e del Vuoto, "sanno" cosa deve accadere e assegnano (discutibili) artefatti incantati oppure indicano alleati ai protagonisti. Passaggi questi che strizzano un po' l'occhio a situazioni da GdR ma che, personalmente, non mi hanno disturbato poi molto, così come i cambiamenti del punto di vista necessari per immedesimarsi e calarsi al meglio in ciascun arco narrativo pensato dall'autore.
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