venerdì 4 settembre 2015

House of cards - stagione 2

Titolo: House of cards (Gli intrighi del potere) - stagione 2
Anno: 2014
Episodi: 13
Genere: thriller, politico
Cast: Kevin Spacey, Robin Wright, Michael Kelly, Michael Gill, Molly Parker, Gerald McRaney, Mahershala Ali, Nathan Darrow, Derek Cecil, Rachel Brosnahan, Reg E. Cathey, Mozhan Marnò

La trama in breve:
Il percorso di vendetta del politico Frank Underwood (Kevin Spacey), che dall’interno manovra per sabotare la propria amministrazione, colpevole di non avergli garantito la nomina a Segretario di Stato che gli era stata promessa, continua. E nel proseguire assume i contorni di una vendetta che, a sua volta, plasma se stessa, fino a superare i semplici confini del risentimento e a scolpire l’epica scalata al potere di un uomo senza alcuna morale. Mentre la presidenza di Garrett Walker (Michael Gill) prosegue, non senza alcune problematiche di natura interna – una riforma delle pensioni – ed esterna – l’inasprimento delle relazioni internazionali con la Cina – dall’interno Frank Underwood, ora vicepresidente, intesse un fiume di relazioni, ambigue, contraddittorie, pronte ad essere smentite, con un rete di soggetti legati o meno alla politica. Su tutti spicca evidentemente Raymond Tusk (Gerald McRaney), uomo d’affari, amico e consulente del presidente.  (fonte badtv)

(speriamo di riuscire a lanciare
degnamente la palla...o che lo stadio
si oscuri e copra il mio fallimento...)
Il mio commento:
Mentre io e Silvia procediamo con la visione della terza stagione di questa House of Cards, mi son ricordato di non aver speso nemmeno una riga su quanto visto durante il secondo arco narrativo dedicato a Frank Underwood e soci. 
In effetti, non ho speso parole anche su molte altre "cosucce" su cui mi sarebbe piaciuto ciarlare - Mad Max, Kingsmen, Chappie/Human Droid, quella gran bubbolata di Terminator Genisys ... - ma impegni lavorativi in Italia (e non solo) oltre al cambio di residenza e all'assenza di adsl (tante grazie alla Telecom, che si rifiuta di portarci la connettività...), mi hanno un po' frenato.
Fatto sta che la seconda stagione di HoC è scivolata via alla grande, con elevato grado di soddisfazione per quanto mi riguarda. Rispetto alla prima stagione le vicende, a mio avviso, procedono in modo più spedito e ampliando la portata delle mosse attuate da quel simpaticone di Kevin Spacey: mi domando cosa ne sarebbe stato di questa serie televisiva senza di lui...e del suo modo di chiamare in causa lo spettatore rivolgendosi a lui direttamente. Cosa che, detta tra noi, adoro.
Sì, siamo ricchi, potenti e belli.
Ma soprattutto falsi. E non badiamo
a nulla pur di risolvere a nostro
vantaggio ogni gossip e pettegolezzo
Inutile negare che costui punti molto in alto e che niente e nessuno riuscirà a fermarlo, siano questi dei "semplici" giornalisti oppure amici di lunga data (mi mancherai Freddy) o personaggi influenti dell'economia e della politica, statunitense e non.
Ancora una volta lo spettatore ha l'occasione di apprezzare il modus operandi di una faina priva di scrupoli che tuttavia emana fascino e suscita devozione, ma che non esita a sacrificare chiunque si frapponga fra lui e la sua preda. Nello specifico, il posto di presidente degli USA. 
Interessante notare come tutte le dinamiche politiche riescano a progredire e a vivere con totale distacco da quello che è l'ordinario: sembra infatti che il tempo per complottare, per tramare, per corrompere e giocare con il prossimo tuo come te stesso non manchi mai. Se poi avanza, resta il tempo per dedicarsi a votazioni, dibattiti, esami di proposte di legge... anche se, va detto, tali questioni siano comunque presenti e sfruttate (vedasi quanto promosso da Claire contro la violenza sessuale sulle donne). 

Tra l'altro, mi accorgo solo ora che i politici rappresentati in codesta serie non sono ossessivamente e compulsivamente presenti in talk-show e trasmissioni: più facile che si tengano pacate conferenze stampa e che i giornalisti si pongano in modo molto più "forte" e critico nei loro confronti.
- Dì la verità, siamo amici noi due?
- Ma ceeeeeerto...perchè me lo chiedi?
Come accadeva nella prima stagione, poi, è interessante osservare come talune delle dinamiche descritte sembrino relegate a un'idea di democrazia e di gestione della cosa pubblica distanti da quelle a cui siamo abituati. Concetti come "dimissioni" e "impeachment" non sono battute da cabaret o fantascienza: esiste piuttosto la paura dell'opinione pubblica, soprattutto la scoperta di segreti compromettenti (tipo una figlia illegittima) o la ritorsione di frasi/fatti contro di sé per delegittimare, quando da noi manco vanno in galera nonostante episodi di concussione, di appropriazione indebita, di presenza a banchetti di nozze di esponenti di clan mafiosi, organizzazione di orge e via dicendo...al più fanno un passo indietro e comandando ugualmente.
Quanto ai protagonisti della serie, nulla da eccepire: sia Franck che Claire regalano grandi momenti narrativi e lasciano trasparire un'ottima caratterizzazione e un ottimo lavoro di recitazione che li rende ora fragili e umani, ora spregevoli e inarrivabili. Personaggi scomodi e viscidi, sia chiaro, esempi in negativo di quel che gli esponenti politici dovrebbero essere ma che, in realtà, incarnano proprio quell'ideale di persona di un certo ambiente che un po' tutti ci immaginiamo. Anche se, ecco, con qualche barlume di coscienza e freno morale in più. D'altronde, gestiscono intrighi e dinamiche di potere senza curarsi di quanti vivranno e sperimenteranno sulla pelle le loro scelte. E intendo ogni scelta...
Tra i vari episodi che mi hanno un po' destabilizzato ci son stati l'epilogo riservato all'ambiziosa giornalista Zoe Barnes (cosa che sapevo sarebbe accaduta...grazie wikipedia...), le dinamiche che si vengono a creare tra Doug e Rachel (e non mi aspettavo nemmeno la bi-sessualità di quest'ultima) ma, soprattutto, quanto accade tra Frank-Claire-Meechum...questione di pochi istanti, ma in ogni caso tutto lascia un segno, conferendo alla visione un tocco di torbido e di complicità. 
Salve, ho sentito che si parlava di
violenza sulle donne. Sapete, io una
volta ho abusato di una bionda...ah,
ehm, ciao Claire...che coincidenza...
Un po' esagerate e ad ampio respiro invece le meccaniche che si innescano tra Cina e impero economico di Tusk, ma tuttavia ben congeniate e orchestrate, dando dimostrazione della capacità di manipolazione e del livello di falsità che Frank può mettere in campo, pur in una posizione scomoda e complicata, dalla quale non necessariamente saprà uscirne vincitore. Un po' come le dinamiche che si innescano tra Doug, Seth e Connor nel gestire e pianificare mosse e comunicazioni della famiglia Underwood.
Meno soddisfacenti invece i personaggi del presidente Walker, che comunque vien manipolato un po' da tutti, e di Raymond Tusk, che sembra via via perdere credibilità e forza. Restano ancora un po' nebulose e misteriose tutte le vicende che ruotano attorno a Gavin Orsay (hacker e informatore per l'FBI) e a Rachel, che sembrano più "semi" per qualcosa a venire più che vere e proprie necessità narrative.
Mi domando come faccia Frank,
a stare senza le costolette di Freddy...
Le tredici puntate che compongono la stagione risultano comunque un po' strette per gestire tutti i personaggi proposti e le dinamiche che si vengono a creare, tuttavia il lavoro eseguito da sceneggiatori e registi (tra cui anche Jodie Foster e Robin Wright) ha dato buoni frutti, consegnando allo spettatore un arco narrativo equilibrato, elegante e sofisticato. Non adatto a tutti i palati, forse, ma qualitativamente molto buono. 






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