Autore: Terry Brooks
Editore: Mondadori
Genere: fantasy
Pagine: 406
La trama in breve:
Dopo la distruzione della civiltà a causa delle guerre chimiche e batteriologiche, gli Elfi sono a rischio di estinzione e la loro unica salvezza sono le Pietre Magiche; Gli Elfi Kirisin e Simralin le hanno recuperate, ma devono rientrare nel loro regno superando l'assedio dei demoni senza poter contare sul Cavaliere del Verbo Angela Perez, rimasta gravemente ferita mentre li aiutava nella conquista dell'ultima e più potente Pietra Magica, il Loden. Pericoli d'altro genere minacciano i superstiti della razza umana, sfuggiti all'orda dei demoni e affidati alla protezione dell'altro Cavaliere del Verbo, Logan Tom, in attesa che si compia la profezia del Re del fiume Argento e il ragazzo Falco li conduca nel luogo sicuro dove potranno ricostruire una nuova civiltà. Né gli Elfi né gli uomini, però, sanno che la fine è ancora più vicina di quanto appaia... (fonte Mondadori)
Il mio commento:
Alla fine ce l'ho fatta a concludere l'intera trilogia. Fondamentalmente, la lettura di quest'ultimo libro è stata un po' travagliata e a singhiozzo ma non meno piacevole rispetto ai precedenti capitoli.
Solo che, sarà stato il carico di aspettative, saranno state le molte questioni che speravo di veder approfondite e risolte, sarà stato l'effetto dei teaser relativi alla serie tv dedicata a Shannara che dovrebbe venir trasmessa a inizio 2016, sarà stata la somma di tutti questi fattori ma son rimasto un po' insoddisfatto.
Già. In fondo, di carne al fuoco ce n'era molta, così come di personaggi da gestire e a cui dare uno scopo. Penso agli Spettri, ragazzini sbandati che ce l'hanno messa tutta per approdare nella Terra Promessa: sinceramente confidavo in qualche indiscrezione e qualche sviluppo in più per Fiamma o Gufo, mentre mi son profondamente rammaricato per il destino di Aggiusta e Gesso. Almeno, dei due, uno se n'è andato da eroe mentre l'altro...povero...
Anche altri personaggi son stati completamente abbandonati a se stessi, a mio avviso, in particolare gli Elfi tanto più che, da quel che avevo capito, c'erano pure problemi di comunicazione da gestire visto che umani ed elfi, tra loro, non si capiscono. Eppure, nel terzo capitolo della serie, questo problema viene meno, così come quello della coesione tra popoli e razze diverse, argomenti appena sfiorati e poco approfonditi ma che sembrano risolversi naturalmente. Vero è che la minaccia di un'orda di demoni e di un'imminente catastrofe globale fanno percepire in modo differente molte questioni che altrimenti avrebbero avuto dinamiche ben diverse.
Vero è che di carne al fuoco ce n'era tanta e qualche scelta andava pur fatta.
Tra queste ho apprezzato - e pure esultato - per il fatto che Logan Tom ce l'abbia fatta. In tutto, intendo, a proteggere la massa di profughi, a proteggere Falco, a sconfiggere Findo Gask, a trovare una compagna (che mi figuro come una sorta di Brooklyn Decker) e, soprattutto, a restare vivo. Temevo infatti che il baldo giovane, che nella mia immaginazione vedevo come un Jason Statham della situazione, capace di sbaragliare da solo interi campi di concentramento dei seguaci del Vuoto (pensate per un attimo al cataclisma che riesce a perpetrare, da solo, nell'incipit di Fast and Furious 7) ci lasciasse le penne, come veltamente lasciato intendere dalla Signora del Verbo. Altro personaggio svanito nel nulla...
Tuttavia, sempre in riferimento a Logan Tom, speravo pure in un combattimento epocale contro Findo Gask, il leader dell'esercito dei demoni, colui che già dalla primo trilogia del Verbo inseguiva il Variante. Personaggio schivo, calcolatore, potente...già pregustavo qualcosa di roboante, di sconvolgente, di difficile da digerire. Non so, un sacrificio stoico per il bene dell'umanità...invece le condizioni per lo scontro finale si son venute a creare in modo un po' troppo semplicistico e tutto si è risolto in qualche frazione di secondo con azione combinata di poteri magici che pareva telefonata.
Ecco, probabilmente è questo il difetto principale che mi ha fatto un po' storcere il naso, la semplicità e rapidità con cui si son svolte certe dinamiche, con incontri e tempi molto sospetti e molte spiegazioni non fornite. Qualcosa che a mio avviso è molto in sintonia con lo stile narrativo di Brooks, schietto, diretto, senza fronzoli, seppure efficace e abbastanza incisivo.
La stessa figura di Falco - adolescente, creatura fatata, messia - a mio avviso è andata via via sbiadendosi in questo terzo capitolo. Certo, ci ha fatto assistere a prodigi significativi, ci ha posti di fronte a scelte e dinamiche scomode, ma poi tutto si è sistemato in modo rapido assai e con risvolti troppo a lieto fine. Non che non se lo meritasse o che non ci stesse, ma quel che accade nel finale mi è sembrato un po' sospetto e comodo - diciamo così per non svelare troppo.
Per cui, ecco, seppure sia indubbiamente un buon libro, "L'esercito dei demoni" mi ha convinto meno del previsto regalandomi sì grandi emozioni e immagini di impatto, stuzzicando la mia fantasia ma senza appagare quella curiosità e quel desiderio di sapere che l'autore ha saputo alimentare e per i quali, già durante la lettura dei precedenti capitoli, avevo accettato certe semplificazioni e mancanze.
Probabilmente, un centinaio di pagine in più non avrebbero guastato, magari anche nell'ottica di caratterizzare maggiormente pure gli inseguitori, quell'esercito di demoni ed ex-umani che assomiglia solamente a una massa indistinta di creature vocianti, pericolose per carità, ma prive di spessore e poco inclini a suscitare vero terrore. A mio avviso, da solo, il Klee faceva molta più paura, un demone implacabile e mostruoso, poderoso e primordiale, determinato a braccare la vittima designata. Una creatura spaventevole e pericolosa assai che mi sarei aspettato di veder sconfitta da Logan Tom, in una battaglia all'ultimo sangue, e non spazzata via dall'azione combinata degli Spettri e Angela Perez. Altro personaggio che dopo essersi distinta nella difesa degli elfi, è stata relegata a un ruolo marginale: pur sempre una presenza preziosa e insostituibile, intendiamoci, ma decisamente meno rilevante rispetto a quanto assaporato nei capitoli precedenti.
Peccato insomma. Poteva risultare un'esperienza di lettura assai più gratificante e completa anche se, forse, tutto ciò è voluto. In fondo, ora che sappiamo cosa c'era prima di Shannara, perchè non recuperare gli altri libri di Terry Brooks per rimappare quanto narrato in essi con gli elementi raccolti durante la lettura di questa genesi di Shannara?
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