domenica 19 gennaio 2020

The Witcher

Titolo: The Witcher (prima stagione)
Episodi: 8
Anno: 2017
Genere: fantasy

La trama in breve:
Geralt di Rivia, un cacciatore di mostri mutante, viaggia verso il suo destino in un mondo turbolento in cui le persone spesso si dimostrano più perverse delle bestie. (fonte Netflix)

Il mio commento:
"Dona un soldo al tuo witcher, oh valle abbondante...oh valle abbondanteeee..."
Inutile dirlo, ma questo motivetto ideato dal bardo Ranuncolo per omaggiare Geralt di Rivia mi è proprio entrato in testa. E, da quel che ho visto su youtube, pure molti altri ne son rimasti contagiati tanto che se ne trovano varie versioni, in lingue diverse e con arrangiamenti più o meno metal.
Comunque sia, fortunatamente non è solo questo aspetto musicale ad avermi catturato ma un po' tutta la serie, con i suoi toni cupi, tragici, quasi rassegnati e ben rappresentati dal protagonista Geralt di Rivia,  impersonato da Superman Henry Cavill.
Non siamo di fronte a una serie come GoT, almeno secondo la mia opinione: l'ambientazione è meno "storica" e più fantasy, con tanto di mostroni, magie e dinamiche tipiche da storie alla D&D. 
La narrazione parte un po' lentamente, con un ritmo non troppo spedito e lasciando tanti aspetti in sospeso, non troppo chiariti: abbiamo un cavaliere solitario, un regno minacciato, una ragazza deforme e disadattata, maghi, mostri...pian piano i vari personaggi vengono esplorati e approfonditi, così come anche l'ambientazione e la conoscenza delle dinamiche che la governano. Probabilmente come avveniva nell'omonimo videogame della CD Projekt RED e pubblicato da Atari.
A mio avviso, si convive per un po' con un senso di spaesamento e confusione visto che gli episodi proposti non avvengono tutti nel medesimo periodo: infatti, sia il nostro witcher che la maga Yennefer di Vengerberg godono di una discreta longevità poiché il loro invecchiamento è rallentato a causa di mutazioni e/o effetti della magia. Da quel che ho capito, comunque, anche nei racconti e nei romandi di Andrzej Sapkowski lo sviluppo della trama presenta il medesimo "problema", per cui ci vuol pazienza e un po' di elasticità nel collegare gli eventi o nel comprendere certe dinamiche (ad esempio la legge della sorpresa)
Rispetto a una serie come GoT, basandosi sulle ambientazioni e sulle comparse, si percepisce una minor disponibilità di risorse economiche, probabilmente dovuta sia al tipo di produzione, statunitense-polacca (tra l'altro, una serie polacca sul medesimo soggetto era già stata fatta nel 2002, ossia Wiedźmin), e condizionata dalle spese per gli effetti speciali per rappresentare i mostroni con cui il nostro strigo (witcher) se la deve vedere ma, al contempo, il risultato complessivo è più che discreto con episodi ben realizzati e bilanciati. Pure le battaglie risultano godibili e comprensibili (alla faccia del dannatissimo episodio 3 dell'ottava stagione di GoT dove non si capisce una benamata fava!) e rese spettacolari da un'ottima fotografia e dall'uso di magie discretamente appariscenti e devastanti. Certo, violenza e truculenza non vengono lesinate, ma considerando che si tratta di una serie vietata ai minori di 14 anni e contestualizzata in un mondo brutale e crudele, ecco, ci sta.





Tra gli aspetti che più mi hanno convinto c'è l'ambientazione e l'atmosfera creata: si respira una certa tragicità e pesantezza, come se non ci fosse speranza o sole, ma solo fatica, delusione, sacrificio. 

Non si ride molto, ecco, salvo qualche battutina o situazione lievemente comica per lo più affidata al bardo Ranuncolo. Lo stesso personaggio di Geralt impersona tutto ciò con la sua fisicità, la sua rabbia repressa, la sua scontrosità: è un tipo affascinante ma brutale, minaccioso, dalle molteplici esperienze, solitario, cinico, fedele al suo ruolo di cacciatore di mostri, ma senza veri amici e affetti, temuto ma al contempo richiesto. In un certo senso è vittima del destino ma al contempo non è uno che fugge di fronte al pericolo o che cerca compromessi, è un guerriero a cui son stati tolti i sentimenti e come tale agisce ma non per la gloria o per altruismo. 
Un altro aspetto che mi è piaciuto è quello legato alla magia e a come sia stata proposta: ci sono delle specializzazioni in cui ciascun mago eccelle ma al contempo non tutti i maghi "decidono" di diventare tali per vocazione. La stessa Yennefer viene comperata e avviata allo studio della magia  (caos?) raggiungendo un elevato livello di potere ma a scapito di "parti di se stessa" (diciamo così). Interessanti gli episodi in cui viene mostrato l'addestramento a cui vengono sottoposti i giovani maghi e l'epilogo per coloro che non superano la selezione...altro che Hogwarts... 
Meno apprezzato invece la spiegazione di eventi e dinamiche geo-politiche: a parte che bisognerebbe vedere come sia stata presentata e gestita nei libri, al netto che capisco l'esigenza di sacrificare qualcosa visto la disponibilità di sole otto puntate, la situazione in termini di regni, organi di potere, alleati, distanze, confini risulta piuttosto abbozzata. A momenti sembra che i regni siano costituiti da piccoli villaggi o da nuclei molto limitati, a momenti invece compaiono eserciti composti da migliaia di soldati.
Per altro, qualche presentazione e descrizione in più anche dei cattivi della storia non avrebbe stonato considerando che a mala pena rammento il nome di costoro che vengono da Nilfgaard e che, al momento, sembrano rappresentare la principale minaccia alla pace.
Ad ogni modo, la prima serie è andata...non resta che attendere il proseguimento della storia con la seconda stagione dove, spero, verrà dedicato qualche momento anche al passato di Geralt, in particolare al sua addestramento come witcher, e qualche momento alla principessa Cirilla, in fuga da mesi e portatrice di una qualche maledizione o non precisata eredità magica...



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