Titolo: The Office - stagione 1
Episodi: 6
Anno: 2005
Genere: commedia, falso documentario
La trama in breve:
La serie inizia presentando i dipendenti della Dunder Mifflin tramite un tour offerto dal direttore di filiale Michael Scott sia per una troupe di documentari che per il primo giorno di Ryan Howard. Il pubblico apprende che il venditore Jim Halpert ha una cotta per la receptionist Pam Beesly, che lo aiuta a fare scherzi al collega Dwight Schrute, anche se è fidanzata con Roy, che lavora nel magazzino al piano di sotto dell'azienda. In tutto l'ufficio si è sparsa la voce che la sede centrale della Dunder Mifflin stia pianificando di ridimensionare un'intera filiale, generando ansia generale, ma Michael sceglie di negare o minimizzare la realtà della situazione per mantenere il morale dei dipendenti. (fonte wikipedia)
Il mio commento:
L'ho vista su Netflix su suggerimento della stessa piattaforma, anche se non ho capito come mai ci fossero, ogni tanto, parti o episodi interi non doppiati. Forse mi son perso io qualcosa, tuttavia non ha costituito alcun problema.
Alcuni volti dei personaggi presenti li conoscevo già, da Steve Carrell a John Krasinski, da Brian Baumgartner (memorabile la gag "patatine a terra!" nel film Licenza di matrimonio, con Robin Williams) a B. J. Novak... che qui stanno tutti assieme e recitano come se non stessero recitando. L'effetto falso documentario, voluto, è infatti molto ben riuscito che fa sembrare i vari episodi come ripresi direttamente da contesti reali e concreti, sebbene vi siano, qua e là, dei momenti esagerati (vedasi gli scherzi "gelatinosi" di Jim)
Si tratta comunque di una commedia divertente, sebbene l'aspetto comico non sia costruita su battutacce o gag, bensì emerga dalle fastidiose situazioni che si vengono a creare, esasperate dal comportamento e dal carattere del direttore Michael Scott, un Steve Carrell in ottima forma.
Per farvi capire meglio: ci sono infatti personaggi che sanno imprimersi nello spettatore, in positivo oppure in negativo, che sanno rendersi oltremodo odiosi e detestabili, un po' come Ramsey Bolton o Jeoffrey Lannister in GoT. Ecco, Michael Scott è uno di questi: meschino, arrogante, falso, vigliacco, irrispettoso, narcisista...le ha tutte e non nasconde minimamente questi suoi comportamenti e atteggiamenti. Insalvabile sotto ogni punto di vista. E a causa di ciò enfatizza qualsiasi situazione finendo con diventare offensivo e quasi crudele, ma senza provare il minimo rimorso o imbarazzo. Vedasi in termini di direttive per la festa di compleanno per Meredith, una strategia per "alzare il morale" del personale, nella quale non esita a creare disagi e problemi per le persone, compresa la povera Meredith costretta a festeggiare il compleanno 1 mese in anticipo, con una torta a cui è allergica e "rallegrarla" con frasi mortificanti al limite della denuncia. Ancora più spettacolare poi la soluzione con cui si toglie dall'imbarazzo di non aver alcuna sopresa/regalo per i dipendenti dopo averli tirati scemi tutto il giorno con tale lusinga, pensata per compensare i tagli sul fronte assicurativo. Non solo non ha procurato nulla ma non fornisce nemmeno risposte chiudendosi in uno sfiancante mutismo fino a che i dipendenti cedono, e se ne vanno. Delusi e impotenti, ma non sorpresi.
Scene surreali e al limite dell'assurdo che però fanno a botte con qualsiasi concetto di decenza e umano buonsenso, e che hanno un effetto quasi catartico per quanto risultano esasperanti.
Ben apprezzati invece i momenti, qua e là, relativi alle piccole rivincite personali dei dipendenti, ai litigi e alla competizione, o a piccoli momenti di tenerezza tra Pam, la segretaria/receptionist, e Jim.
In tutto ciò, non è ben chiaro quanto tempo trascorrano effettivamente a lavorare, tuttavia, come già accennato, l'effetto documentario e il modo in cui vengono, talvolta, rubati dettagli e stralci di conversazioni, con personaggi che guardano in macchina (già senso Renè Ferretti di Boris che insorge urlando) o che parlano con il cameraman, del tutto consapevoli di esser ripresi, crea complicità con lo spettatore e un discreto effetto di partecipazione che garantisce la creazione di un certo legame e interesse. Interesse che viene anche alimentato, puntata dopo puntata, dalle situazioni proposte che permettono di conoscere meglio i personaggi, di esplorare i legami tra loro, e di porli a confronto con temi sempre diversi, legati alla privacy, alla competizione, al team building e così via. Personaggi che non spiccano per eroismi o chissà quali altre caratteristiche, bensì personaggi "realistici" che magari concentrano su di sé alcuni stereotipi o atteggiamenti tipici degli "animali" da ufficio.
Inutile dire che The office ha ottenuto discreti consensi, per cui di stagioni ne sono state realizzate ben 9...vedremo però se e come riuscirò a recuperarle. Nel frattempo, se ne avete la possibilità, consiglio di dare un'occasione a questa serie.
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