Autore: Stefano Benni
Editore: Feltrinelli Editore
Genere: Narrativa
Pagine: 136
La trama in breve:
Ci sono bar e bar e poi c’è il Bar Sport che tutti li accomuna e li fonde in un solo paradigmatico universo, in una sola grande scena di umanità raccolta sotto la fraterna insegna come intorno a un fuoco, intorno al calore di un’identità minacciata. Stefano Benni, con il suo Bar Sport, ha aperto la porta su un mondo che per tutti è diventato un luogo, anzi il luogo familiare per eccellenza. Il Bar Sport è quello dove non può mancare un flipper, un telefono a gettoni e soprattutto la "Luisona", la brioche paleolitica condannata a un’esposizione perenne in perenne attesa del suo consumatore. Il Bar Sport è quello in cui passa il carabiniere, lo sparaballe, il professore, il tecnnico (proprio così, con due n) che declina la formazione della nazionale, il ragioniere innamorato della cassiera, il ragazzo tuttofare. Nel Bar Sport fioriscono le leggende, quella del Piva (calciatore dal tiro portentoso), del Cenerutolo (il lavapiatti che sogna di fare il cameriere) e delle allucinazioni estive. Vagando e divagando Benni ha scritto la sua piccola commedia umana, a cui presto aggiungerà un nuovo capitolo. Ebbene sì, Bar Sport è vivo, è ancora vivo. (fonte La Feltrinelli)
Il mio commento:
Bar Sport è considerato un classico della narrativa italiana, un'opera che è di fatto una raccolta di episodi/racconti di genere umoristico legato al mondo del bar e delle persone che lo animano. Un testo che parte dalla realtà comune, che la analizza e la ripropone al lettore amplificandone i tratti più stravaganti e comici. Ecco allora che vengono proposti aneddoti, vengono descritte le caratteristiche dei personaggi "tipo" che potete trovare in un comune bar e descritte alcune delle esperienze più significative che codesti figuri condividono, siano queste il montaggio dell'insegna, una trasferta fuori casa o il recupero di lire 3600 da un non meglio definito debitore.
Nonostante si tratti per lo più di stereotipi o di categorie di persone prese a mò di icona, c'è da dire che quanto proposto è molto verosimile e realistico e fa sghignazzare sulle situazioni che chiunque di noi ha avuto di sperimentare qualche volta nel corso della propria umana esperienza. Anche se, probabilmente, il contenuto del testo risulta più attinente a realtà degli anni 70 che non a tempi recenti.
Nonostante si tratti per lo più di stereotipi o di categorie di persone prese a mò di icona, c'è da dire che quanto proposto è molto verosimile e realistico e fa sghignazzare sulle situazioni che chiunque di noi ha avuto di sperimentare qualche volta nel corso della propria umana esperienza. Anche se, probabilmente, il contenuto del testo risulta più attinente a realtà degli anni 70 che non a tempi recenti.
Indubbiamente si tratta di un libro divertente e piacevole, scanzonato, ironico, ricco di umorismo e demenzialità, capace di strappare più di qualche risata. Non è però un'esperienza di lettura pensata per chi cerca storie di ampio respiro, con trame e sotto-trame o che semplicemente desidera un romanzo tradizionale.
Il punto di forza di Bar Sport è infatti costituito dalla verve letteraria e dalla fantasia estrosa di Benni che, con disinvoltura, gioca con la parola, con le caratterizzazioni, propone scenari e situazioni paradossali ma dannatamente realistiche. Anche se iperboliche, considerando il modo in cui vengono trascritte. Senza ombra di dubbio siamo dinnanzi ad un'ottima penna, intelligente e colta, e che non esita a dar dimostrazione di ciò attraverso le pagine di questo libro, per altro uno dei primi pubblicati da Stefano Benni. La prima edizione è del 1976, ma ancora oggi il contenuto del testo può considerarsi attuale.
Per quanto mi riguarda l'ho quindi molto apprezzato, sia per la struttura narrativa che il libro possiede, che ne permette una fruizione "a spot", sia per l'aspetto stilistico. Credo che l'autore abbia molto da insegnare a chiunque coltivi la passione per la scrittura e mira a realizzare racconti o romanzi di buon livello. L'uso del lessico è appropriato, con accostamenti di sostantivi e aggettivi presi dagli ambiti più disparati che amplificano l'effetto comico della narrazione, con cambi di registro che richiamano le atmosfere dei dialoghi e delle chiacchierate tipiche tra amici e frequentatori di bar, talvolta sconfinando nella trattazione simil saggistica tal altra quasi a fornire una concitata e appassionata descrizione in diretta degli eventi di cui l'autore ci rende partecipi.
In definitiva, dopo aver apprezzato Benni con "Terra!", mi trovo nuovamente a esprimere soddisfazione per quanto proposto dall'autore bolognese: cercherò quindi di prendere spunto e di imparare, migliorando il mio modo di scrivere, anche in vista di eventuali mie future realizzazioni di stampo umoristico.
1 commento:
Da appassionato di cinema ho sempre pensato che il film con quasi lo stesso titolo ne riprendesse le vicende, ma mi sbagliavo. Ho comunque dei bei ricordi del libro di Benni.
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