Un fallimento che, diciamocelo, non è il frutto di un processo iniziato ieri ma conseguenza di scelte, politiche, difficoltà e debiti contratti negli ultimi anni, anche a causa dell'euro, e che la crisi mondiale degli ultimi tempi ha accresciuto. Già qualche mese fa, tra l'altro, c'erano stati tumulti e proteste molto forti da parte della cittadinanza greca.
Tutto sommato comunque, l'appartenenza alla comunità europea, è divenuta una sorta di ancora di salvataggio e grazie a prestiti e interventi straordinari dovrebbe riuscire a rimanere a galla. A costo di enormi sacrifici magari, ma comunque lavorando per ridurre i debiti contratti, gli sprechi e la spesa pubblica, eseguendo tagli su vasta scala e adottando politiche anche impopolari pur di metter un freno alla situazione (revisione politiche per le pensioni di invalidità, riduzione stipendi... maggiori informazioni qui).
Oltre alla Grecia, comunque, parrebbe che anche Portogallo e Spagna non se la passino poi tanto bene: deficit dei conti pubblici, disoccupazione, difficoltà di mercato...
Da noi invece tutto sembra essere rose e fiori: il governo ci rassicura che siamo "meglio" degli altri Stati, che la crisi la stiamo vivendo bene, che bisogna essere ottimisti.
Ok, diciamo che vi credo sulla parola, tuttavia qualche dubbio mi sorge.
Perchè un conto è omettere certe informazioni per rassicurare la cittadinanza e mantenere un certo qual controllo, evitando panico e fuga di capitali, un altro è invece mentire lasciando che poi debiti ingenti vengano accollati dalla popolazione italiana.
Ringrazio comunque l'opposizione, sempre presente ed energica nel fornire dati e informazioni alla popolazione, nel garantire quel controlo che dovrebbe esserci sull'operato del governo. Sono ironico ovviamente.
Comunque sia, spulciando qua e là, sembra che la situazione del nostro Paese non sia poi così idilliaca. Anzi.
La disoccupazione è salita all'8,8 %, valore record dal 2002, e il tasso di inattività per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è pari al 37,8%. Non male direi, soprattutto se si considera che la disoccupazione in Italia è solo del 27,7% rispetto al 19,8% a livello Europeo.
Parallelamente l'inflazione sale di 1,5 punti percentuali così come aumentano i prezzi al consumo. Come se non bastasse, nuove aziende che nascono o che assumono sono praticamente mosche bianche e questo si traduce in un buon 2 milioni di persone in più che cercan occupazione (un onesto +12% rispetto all'anno scorso).
E in un contesto decisamente entusiasmante come questo che facciamo? Andiamo a prestar pure soldi alla Grecia: si parla di quasi 5,5 miliardi di euro... per approfondire la questione credo sia utile la lettura dell'articolo apparso qualche giorno fa sul blog di Beppe Grillo.
Mi domando se non sia sinonimo di crisi tutto ciò...
Così come mi domando se il tipo di economia attualmente in auge, basato sul concetto di debito, sia a tutti gli effetti vincenti. In fondo, investire denaro che "teoricamente" si possiede per via di un credito che si avanza da altri è legittimo... a patto che poi effettivamente quest'ultimo debito venga saldato. Altrimenti si innesca allarmanti reazioni a catena.
Che è un po' quello che è successo a livello mondiale grazie alla crisi finanziaria scatenata dagli USA e, in aggiunta a ciò, quel che accade da noi a livello aziendale quando le imprese eseguono lavori e attività senza poi riuscire a ricevere il giusto compenso.
Per concludere, visto che di debiti si parla, un'ultima riflessione va al debito pubblico nostrano: sembra che sia leggermente superiore a quello della Grecia. Solo 5 volte superiore, pari a circa il 117% del PIL dell'Italia, all'incirca un quarto del debito complessivo della comunità europea.
Un po' meglio rispetto al pessimistico 121% stimato qualche tempo fa ma, purtroppo, da qua a dicembre è ancora lunga.
Stranamente, non si tratta di notizie di cui si sente spesso parlare al telegiornale. O che desta scandalo e preoccupazione, nè tanto meno causa diencomi e riconoscimento da parte dell'Europa.
Eppure il nostro governo ci racconta un po' il contrario, mi pare...
Anzi, sospetto che a breve non si parlerà nemmeno più dell'intera faccenda ma tornerà di moda "l'amore che vince sull'odio", visto che per il 7 maggio è previsto il processo di Tartaglia - chissà se almeno in questa occasione Silvio andrà in tribunale...
Oltre alla Grecia, comunque, parrebbe che anche Portogallo e Spagna non se la passino poi tanto bene: deficit dei conti pubblici, disoccupazione, difficoltà di mercato...
Da noi invece tutto sembra essere rose e fiori: il governo ci rassicura che siamo "meglio" degli altri Stati, che la crisi la stiamo vivendo bene, che bisogna essere ottimisti.
Ok, diciamo che vi credo sulla parola, tuttavia qualche dubbio mi sorge.
Perchè un conto è omettere certe informazioni per rassicurare la cittadinanza e mantenere un certo qual controllo, evitando panico e fuga di capitali, un altro è invece mentire lasciando che poi debiti ingenti vengano accollati dalla popolazione italiana.
Ringrazio comunque l'opposizione, sempre presente ed energica nel fornire dati e informazioni alla popolazione, nel garantire quel controlo che dovrebbe esserci sull'operato del governo. Sono ironico ovviamente.
Comunque sia, spulciando qua e là, sembra che la situazione del nostro Paese non sia poi così idilliaca. Anzi.
La disoccupazione è salita all'8,8 %, valore record dal 2002, e il tasso di inattività per la popolazione tra i 15 e i 64 anni è pari al 37,8%. Non male direi, soprattutto se si considera che la disoccupazione in Italia è solo del 27,7% rispetto al 19,8% a livello Europeo.
Parallelamente l'inflazione sale di 1,5 punti percentuali così come aumentano i prezzi al consumo. Come se non bastasse, nuove aziende che nascono o che assumono sono praticamente mosche bianche e questo si traduce in un buon 2 milioni di persone in più che cercan occupazione (un onesto +12% rispetto all'anno scorso).
E in un contesto decisamente entusiasmante come questo che facciamo? Andiamo a prestar pure soldi alla Grecia: si parla di quasi 5,5 miliardi di euro... per approfondire la questione credo sia utile la lettura dell'articolo apparso qualche giorno fa sul blog di Beppe Grillo.
Mi domando se non sia sinonimo di crisi tutto ciò...
Così come mi domando se il tipo di economia attualmente in auge, basato sul concetto di debito, sia a tutti gli effetti vincenti. In fondo, investire denaro che "teoricamente" si possiede per via di un credito che si avanza da altri è legittimo... a patto che poi effettivamente quest'ultimo debito venga saldato. Altrimenti si innesca allarmanti reazioni a catena.
Che è un po' quello che è successo a livello mondiale grazie alla crisi finanziaria scatenata dagli USA e, in aggiunta a ciò, quel che accade da noi a livello aziendale quando le imprese eseguono lavori e attività senza poi riuscire a ricevere il giusto compenso.
Per concludere, visto che di debiti si parla, un'ultima riflessione va al debito pubblico nostrano: sembra che sia leggermente superiore a quello della Grecia. Solo 5 volte superiore, pari a circa il 117% del PIL dell'Italia, all'incirca un quarto del debito complessivo della comunità europea.
Un po' meglio rispetto al pessimistico 121% stimato qualche tempo fa ma, purtroppo, da qua a dicembre è ancora lunga.
Stranamente, non si tratta di notizie di cui si sente spesso parlare al telegiornale. O che desta scandalo e preoccupazione, nè tanto meno causa diencomi e riconoscimento da parte dell'Europa.
Eppure il nostro governo ci racconta un po' il contrario, mi pare...
Anzi, sospetto che a breve non si parlerà nemmeno più dell'intera faccenda ma tornerà di moda "l'amore che vince sull'odio", visto che per il 7 maggio è previsto il processo di Tartaglia - chissà se almeno in questa occasione Silvio andrà in tribunale...
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