Regia: Patrick Alessandrin
Anno: 2009
Genere: azione
Cast: David Belle, Cyril Raffaelli, Philippe Torreton, Daniel Duval, Elodie Yung, Pierre-Marie Mosconi
La trama in breve:
Tre anni dopo gli eventi narrati in Banlieue 13, la pace nel riottoso e autogestito distretto 13 è ancora sfuggente. Le autorità non hanno mantenuto la promessa di distruggere il muro e riaprire il quartiere, lasciando recintati come in un ghetto tutti gli abitanti della Banlieue, che dopo la morte del boss Taha Bemamud, si sono divisi in cinque fazioni. Damien e Leïto tornano nel quartiere per cercare di fermarne l'imminente distruzione per ordine dello stesso Presidente della Repubblica, manipolato da Walter Gassman, capo delle forze speciali DISS. (fonte wikipedia)
Home sweet home...chi non si batterebbe per difendere un simile idillio? |
Come promesso, più volte mi sa, nei vari "Most wanted", ho finalmente recuperato il film in questione e mi son impegnato a vederlo in un'unica sessione. Il che è, già di per sé, un fatto degno di nota.
Il film inizia esattamente dove finiva il precedente Banlieue 13 per poi sospendersi e mostrare l'indicazione "tre anni più tardi..."
Dopo un movimentato e vivace video introduttivo, lo spettatore vine fatto ambientare nella nostra Banlieue di fiducia dove si respira un'atmosfera tesa e ogni etnia (o giù di lì...) si è ricreata il proprio habitat e gestisce il proprio ghetto. Quasi che il distretto fosse un mondo a sé, staccato da Parigi e dalla Francia. Dentro ci vivono solo poracci che rispettano proprie regole e dinamiche sociali.
Per qualche motivo, come accadeva nel primo film, questa situazione di apparente equilibrio non è più ritenuta idonea: da un lato c'è chi vorrebbe l'abbattimento del muro di cinta (vedi Leïto), che separa fisicamente il mondo civile da quello barbarico della Banlieue; dall'altro c'è chi vorrebbe radere al suolo tutto per costruire nuovi edifici, quartieri ecc...
Il dinamico duo, praticamente dei baldi giovanotti che vivono per l'azione |
Ora, se i primi semplicemente emigrassero e i secondi portassero altrove le proprie brame edilizie, tutto sarebbe sistemato ... ma il film non avrebbe luogo. Ecco allora che si innescano losche macchinazioni, cospirazioni ed esplosioni di tensioni sociali così che la trama decolli.
In effetti, la sceneggiatura, firmata da Luc Besson, propone una storia molte veloce ed easy, sulla quale non occorre riflettere troppo, però credo ammicchi a certe situazioni legate alla ghettizzazione e alla gestione dell'immigrazione, in Francia, su cui forse si dovrebbe riflettere. E per la cui sistemazione, forse, sarebbe più facile effettuare un reset più che cercare di arginare dinamiche "vecchie" e difficili da cambiare.
Sorprende però come le varie etnie, in realtà, possano cooperare e andare d'amore e d'accordo (beh, son comunque tutte capeggiate da brutti ceffi con una fedina penale che riempirebbe un rotolone Regina e con delle facce che solo a guardarli pure Undertaker esprimerebbe disappunto) dinnanzi a una minaccia reale di devastazione globale.
The cattivon |
Inutile dire che l'alta godibilità di Banlieue 13 è offerta più che altro dall'azione proposta, dagli inseguimenti, dalle scazzottate e dalle numerose coreografie marziali, oltre che dalle doti atletiche del dio del parkur e dal re degli stuntman di cui prima.
Dal punto di vista della logicità di certi accadimenti e di talune sequenze, invece, viene chiesta allo spettatore quella sana suspension of disbelief, altrimenti difficilmente si spiegherebbero, per dire, la presenza di una rampa dentro il palazzo del ministero (credo..), gli ultimatum di x ore per risolvere crisi a dir poco complesse da gestire ("E sia, sgomberate il distretto 13!" Ma, signor presidente, ci vivono milioni di persone come faremo..." "Avete 48 ore. Poi bombardiamo la zona, buahahahah") oppure la semplicità con cui si riesca a evadere dalle carceri al giorno d'oggi. Per non parlare della ben nota conoscenza di arti marziali e tecniche di lotta che possiedono tutti, capisco i poliziotti e i brutti ceffi che gironzolano nel ghetto, ma pure da parte di camerieri, cuochi e impiegati...beh...
Ma non è questo che conta, suvvia, soffermiamoci invece sulle spericolate peripezie, sulle evoluzioni acrobatiche e sulle amene coreografie marziali. Peccato solo che a queste non abbiano preso parte "tutti" i capi clan: voglio dire, il naziskin tutto tatuato (che mi ricorda il kurgan di Highlander) avrei tanto voluto vederlo in azione....
Dal punto di vista della logicità di certi accadimenti e di talune sequenze, invece, viene chiesta allo spettatore quella sana suspension of disbelief, altrimenti difficilmente si spiegherebbero, per dire, la presenza di una rampa dentro il palazzo del ministero (credo..), gli ultimatum di x ore per risolvere crisi a dir poco complesse da gestire ("E sia, sgomberate il distretto 13!" Ma, signor presidente, ci vivono milioni di persone come faremo..." "Avete 48 ore. Poi bombardiamo la zona, buahahahah") oppure la semplicità con cui si riesca a evadere dalle carceri al giorno d'oggi. Per non parlare della ben nota conoscenza di arti marziali e tecniche di lotta che possiedono tutti, capisco i poliziotti e i brutti ceffi che gironzolano nel ghetto, ma pure da parte di camerieri, cuochi e impiegati...beh...
Il circolo dei buoni: si ritrova la domenica dopo la Santa Messa per discutere sulle opere di Botticelli, Monet e Picasso |
Sul versante gnocca invece diciamo che si poteva lavorare di più, come vorrebbe la tradizione dei film brain off: al posto di Dany Verissimo, questa volta troviamo Elodie Yung, che interpreta una simpatica e sempre sorridente signora del crimine che, a quanto pare, ama i tatuaggi e le mise vagamente sadomaso.
Ah, per i cultori dell'arte, segnalo anche la presenza di un quadro di Van Gogh, originale, utilizzato per caratterizzare ed enfatizzare una dinamica sequenza d'azione nella parte iniziale del film, prima che il povero Damien venga ingiustamente imprigionato nonostante gli sforzi perpetrati per catturare n-mila criminali.
In conclusione, consigliato agli amanti del genere e agli appassionati di arti marziali, di parkur e di evoluzioni aree. Anche da parte dei caccia che, in attesa della conclusione, son rimasti in volo sopra Parigi in attesa che qualcuno ordinasse loro che fare, se radere al suolo tutto o se invece...
Ah, per i cultori dell'arte, segnalo anche la presenza di un quadro di Van Gogh, originale, utilizzato per caratterizzare ed enfatizzare una dinamica sequenza d'azione nella parte iniziale del film, prima che il povero Damien venga ingiustamente imprigionato nonostante gli sforzi perpetrati per catturare n-mila criminali.
In conclusione, consigliato agli amanti del genere e agli appassionati di arti marziali, di parkur e di evoluzioni aree. Anche da parte dei caccia che, in attesa della conclusione, son rimasti in volo sopra Parigi in attesa che qualcuno ordinasse loro che fare, se radere al suolo tutto o se invece...
1 commento:
Intravisto qualche mese fa...
Trash...trash everywhere
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