Regia: Rod Lurie
Anno: 2011
Genere: thriller, drammatico
Cast: Laz Alonso, Alexander Skarsgård, James Marsden, Kate Bosworth, Willa Holland, James Woods, Dominic Purcell, Walton Goggins, Anson Mount
La trama in breve:
Remake di un classico diretto da Sam Peckinpah, Cani di Paglia racconta la storia di uno scrittore di Los Angeles che si trasferisce nella città natale della moglie, nel profondo Sud. Le inevitabili tensioni che nascono all'interno della coppia dovranno essere messe da parte per fronteggiare la minaccia dei conflitti con la gente del posto. (fonte mymovies)
Il mio commento:
L'ho visto qualche settimana fa ma non avevo più trovato l'occasione di (s)parlarne, per cui eccomi qua, ora. Direi di cominciare precisando che non ho visto l'originale, datato 1971, per la regia di Sam Peckinpah e con Dustin Hoffman per protagonista. A detta di tutti un gran bel film, conturbante e spiazzante, molto forte. Soprattutto perché realizzato negli anni '70.
A distanza di 30 anni, Rod Lurie evidentemente ha deciso che è giunto il momento di riprendere tale pellicola e attualizzarla in una nuova veste, più moderna, con nuovi attori ma le medesime dinamiche narrative e tematiche trattate.
O quasi.
"Oh cavolo, è un remake e non ho mai neanche visto l'originale..." "Tranquilla. Non credo sia un problema. Tra l'altro, è X-men 2, questo?" |
Il risultato, come si può notare dal voto registrato su IMDB (non che sia la Bibbia, per carità, però è d'uopo citarlo) che riporta le medesime cifre del giudizio ottenuto dal film originale. Le stesse, ma invertite.
Passiamo quindi da un onesto e decorso 7.5 (su 36000 voti circa) a un sospetto 5.7 (su 21000 e rotti)!
Come dicevo, non avendo visto quello con Dustin Hoffman non posso esprimere un giudizio personale, ma stando a quel che ho letto su altri blog e portali, oltre che per trailer e spezzoni visti qua e là, me ne son fatto un'idea.
Questo Straw Dogs, invece, regala costantemente la sensazione di "mirror climbing": lo spettatore avverte di essere dinnanzi a qualcosa che avrebbe potuto anche funzionare, capace di comunicare e stimolarlo... se solo fosse stato realizzato in modo più accorto e sensato.
Ok, ok, siamo pur sempre negli anni 2000, il mondo è diverso, tante cose sono cambiate, il ritmo stesso della narrazione cinematografica, così come la società, i costumi, le usanze, ma se le idee son buone tali restano. A patto di non travisarle o stravolgerle.
Ecco quindi che il cast scelto è forse poco adatto per il tipo di storia narrata. E visto che a volte le immagini valgon più di mille parole, vi posto le differenze principali tra gli attori scelti.
In alto Del Henney, in basso Alexander Skarsgård, nel ruolo di Charlie Venner
In alto Susan George, in basso Kate Bosworth, nel ruolo di Amy Sumner
In alto Dustin Hoffman, in basso James Marsden, nei panni David Sumner
Ora, al di là della scelta in sé, ma vi pare che un James Marsden (con tutto il rispetto parlando) possa passare per un letterato, per un topo di biblioteca o uno studioso che rifugge il caos delle moderne città per cercare un po' tranquillità in mezzo al nulla? Per un mite, pavido, che teme gli altri e che si fa mettere i piedi in testa?
E vi pare che un'ex star della televisiva come Amy possa dire addio ai capi firmati e alla mondanità per ritornare nella più totale desolazione della compagna, per di più nel paese da cui se n'era andata e in cui manco il telefono prende la linea?
Che dire poi di Charlie, carpentiere, cacciatore, ex giocatore di footbal e foto-modello nel tempo libero che si diletta nella pratica di assalti sessuali pur di essere inquadrato? Altro che il fascino dell'uomo rude che possedeva Del Henney...
Per carità, se poi tali scelte garantiscono ottime prove di recitazione e buone possibilità di incasso ai botteghini...pare invece che qualcosa sia andato storto anche sotto questo aspetto.
E tu, hic, tu caro mio, hic, hai tutta l'aria di volermi, hic, ciulare la moglie, hic... |
Non tanto per come si siano comportati gli attori in sé, ma per come viene gestita tutta la vicenda, per le dinamiche che si innescano, che sanno molto di forzato e lampante, con quattro cinque bulli che fanno il bello e il cattivo tempo in paese. E un poliziotto, part time, a vigilare.
Non parliamo poi del personaggio di Amy, che vuol incarnare la girl power moderna ma che, agli occhi di un maschio, finisce per passare per una zoccola visto che se ne sta praticamente nuda per tutto il film, correndo scalza nell'aperta campagna come una selvaggia e provocando a destra e a manca...chissà poi perché si giunge alla scena del tradimento/stupro....
Alt! Non sto dicendo che sia legittimo ciò che Charlie e Scott arrivano a fare (il secondo è pure sposato, in attesa di un figlio...) o giustificato in alcun modo, solo che a furia di spiattellargliela in faccia , di sculettare ad ogni secondo, di mostrarsi nuda alla finestra uno va via di testa. Soprattutto se poi è un tizio con cui la medesima donna era intima e che non si sforza di allontanare minimamente, nemmeno in presenza del marito. Lo stesso genio dal carisma di un termosifone che, non a torto, le ricorda che "se non te ne andassi in giro nuda, senza reggiseno e con un paio di pantaloncini realizzati col filo interdentale..."
Comunque sia, dettagli a parte, purtroppo sono proprio i momenti cardine del film che vengono demoliti, assieme a molti altri aspetti e tematiche su cui Straw Dogs del '71 giocava, nel tentativo di destabilizzare lo spettatore e di metterlo di fronte a svariate tipologie di violenza e soprusi, sia fisici che psicologici (che, a quanto pare, allora hanno catalizzato l'attenzione delle masse e contribuito al successo della pellicola...)
"Devo andare avanti io? Sicuri?" "Sì...noi ti copriamo le spalle...buahah ahahahah!" "Come?" "No, niente..." |
Da un lato tutta la dinamica dello stupro, che nell'originale risultava molto più conturbante e ambivalente in termini di comportamento di Amy, divisa tra più tipologie di sensazioni ed emozioni nei confronti dello stesso Charlie e del marito. Dall'altro lato tutta l'evoluzione dello stesso David Sumner che da mite e goffo agnellino diventa uno spietato assassino, capace di violenze inaudite al punto di fare una strage (e manco sa quel che è capitato alla moglie, ammesso che gliene freghi).
Anche tutta la vicenda legata a Jeremy Niles, squilibrato del paese costantemente tormentato da chiunque e sedotto da una minorenne infoiata, appare poco orchestrata e molto forzata.
Ne emerge quindi un'opera che, seppur sfiorando tematiche molto forti, delicate e scottanti, ma attualissime (vedi ad esempio la violenza sulle donne e lo strascico psicologico, in termini di trauma, che innesca), si rivela palesemente incapace di proporsi in modo serio e maturo nei confronti dello spettatore. Sono per altro molti i cliché e le situazioni stereotipate proposte, al limite della banalità e dell'idiozia, che finiscono col ridicolizzare i personaggi e l'intera storia: vedi la scena della caccia nel bosco, nella più completa foschia, con David inconsapevole di esistere e proiettili vaganti ad ogni dove; per non parlare del livello medio di intelligenza dimostrato dagli abitanti del villaggio in cui la coppia di sposini finisce, dei rozzi bigotti dediti unicamente al football, a bere e a dare ascolto alle scimmie urlatrici che hanno nel cervello.
Peccato, perché Straw Dogs poteva invece rivelarsi un buon prodotto, capace di stuzzicare lo spettatore e di accendere dibattiti sulle scene presenti e sui rapporti tra personaggi, specchio delle brutture che esistono nel mondo e di tutte le sfumature che la violenza può assumere. E pensiamo poi al povero Ciclope Marsden che se ne esce distrutto dal confronto con Dustin Hiffman, a prescindere da qualunque prova di recitazione abbia compiuto quest'ultimo, non riuscendo a dare spessore e un minimo di caratterizzazione al proprio personaggio, che guarda caso sarebbe pure il protagonista. Ma di fatto, di colpa, l'attore ne ha fin là. Sono semmai i produttori di un tale remake (e di molti remake in generale, che non rendono giustizia all'originale) a doversi mettere una mano sulla coscienza. Speriamo che in futuro, in caso di remake, ponderino più seriamente su quel che vogliono realizzare.
David Sumner osserva il rogo presente nella sequenza finale. Ha raggiunto e scardinato un proprio limite personale. Si è difeso, si è vendicato, ha ucciso con una barbarie che neanche Attila.. e ha dato fuoco a casa sua. Casa, su cui deve comunque pagare un mutuo trentennale. E se consideriamo che tutto il suo lavoro era dentro l'abitazione, è praticamente rovinato. Questo il pensiero che gli dilania l'animo. Guarda il trailer di Straw Dogs (2011) Guarda il trailer di Straw Dogs (1971) |
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