mercoledì 29 gennaio 2014

Fantascienza italiana?

Fantascienza?
No, semplice progetto
scolastico... [1]
In effetti non è che qui in Italia ne si produca molta...sarà perché probabilmente è un genere più di nicchia, che richiede una certa dose di maturità; sarà che siamo una nazione di "vecchi" nostalgici che indugiano poco al futuro; sarà perché è difficile pensare in prospettiva quando tutto sembra andare a rotoli, i principali media insistono a proporre storie e/o programmi televisivi legate al passato e ogni fibra del tuo essere grida "scappa da questa Nazione e trovatene una in cui non ci sia ancora il Berlusca a comandare".
Non che non sia importante tener traccia o comunque voler conservare un legame con il proprio patrimonio storico culturale, soprattutto se questo permette di maturare conoscenza e spirito critico, così da poter studiare eventuali errori compiuti ed evitarli...se, bonanotte!
Tutto questo è importante, dicevo, tuttavia sarebbe altrettanto opportuno e ottimistico guardare avanti, pensare a un mondo migliore, porsi quesiti, immaginare nuovi scenari e nuovi mondi, cercare nuove frontiere. Invece, più passa il tempo e più sembra che le prospettive inquadrate da Idiocracy siano sempre più prossime. Il che non è bello, direbbe un non meglio precisato puffo dell'omonima serie dedicata agli omini fatti di viagra.
Malgrado tutto ciò, fortunatamente, qualcuno di tanto in tanto ci prova a cantare fuori dal coro e a confezionare progetti di stampo pseudo-commerciale, più spesso di natura indipendente, se non amatoriale, alcuni con un budget dignitoso e la partnership di attori e registi noti, altri con risorse più limitate, ma pur sempre opere di pregevole fattura che fanno quantomeno comprendere che le potenzialità, in Italia, ce le avremmo.
Ma forse non sappiamo sfruttarle né per la realizzazione di opere cinematografiche "nuove" (non solo in campo sci-fi, intendo) né per produrre quel cambiamento di cui avremmo bisogno e che invece non arriva mai. E forse il problema sta tutto qui, nell'attesa di qualcosa di cui invece dovremmo essere autori. Come se fossimo sfiduciati e stremati, intimoriti, quasi bloccati. La sensazione è quella di nutrire la speranza che le risposte debba arrivare dall'esterno e la chiave per dare una svolta al nostro futuro debba venirci "consegnata" dagli altri. Da soli, non ce la facciamo insomma. Che, in fondo, è quel che accade pure nel cortometraggio che riporto qui sotto, apprezzata segnalazione del buon Marco. Si tratta di Closer, realizzato da Angelo Licata, già autore di Dark Resurrection.



Nel complesso non mi è spiaciuto (altrimenti non l'avrei postato qui, no?), mi ha divertito e incuriosito. Son anche rimasto piacevolmente soddisfatto degli effetti speciali, oltre che dall'attrice che interpreta Sara....ma riallacciandomi a quanto vaneggiavo sopra, per quanto rappresenti un encomiabile sforzo di sci-fi italica, Closer conserva al suo interno quegli elementi di sfiducia nostrani su cui stavo meditando prima. Per carità, sarà azzardato come paragone, ma almeno quegli stupidotti dopati di americanitudinezza di StarShip Troopers avevano nel sangue l'indole di partire per colonizzare e/o sterminare. Qui invece, se non fosse per Li Han che viene in soccorso all'umanità (rappresentata dai due baldi giovani, lui stupido, lei gnocca), questa sarebbe stata sottomessa o devastata. Manco la razza umana fosse considerata terzo mondo della galassia bisognoso di aiuti esterni...
Comunque sia, è bene che progetti come quelli di Licata trovino un minimo di distribuzione e consenso attraverso la rete: chissà che prima o poi qualcosa inizia veramente a cambiare e che in futuro tra le produzioni di punta del cinema italiano non figurino opere memorabili [2].


Note:
[1] della serie "in Italia potremmo fare grandi cose" ma preferiamo di no...l'immagine fa riferimento al body extender realizzato nella scuola superiore Sant'Anna di Pisa (link). Avremmo potuto costruirci un esercito e marciare su Bruxelles per imporre un nuovo ordine socio-economico all'Europa e azzerare ogni traccia del debito pubblico...e invece no, abbiamo preferito tagliare i fondi all'istruzione...

[2] con questo non voglio dire che non ce ne siano o siano state (anche se la lista è un po' vaga e certi titoli siano fuori categoria, mi sa...tipo "A spasso nel tempo - L'avventura continua" dei Vanzina), per carità, semplicemente che magari le opere di sci-fi vengono meno reclamizzate e pubblicizzate di altre



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