Regia: Scott Derrickson
Anno: 2016
Genere: azione, supereroi
Cast: Con Benedict Cumberbatch, Chiwetel Ejiofor, Mads Mikkelsen, Rachel McAdams, Tilda Swinton, Michael Stuhlbarg, Scott Adkins, Amy Landecker, Tony Paul West, Pezhmaan Alinia
La trama in breve:
Stephen Strange è un neurochirurgo dal talento straordinario e dall'ego smisurato. Incapace di accontentarsi di salvare delle singole vite, ambisce a qualcosa che vada oltre e che rivoluzioni la medicina conosciuta. Dopo un grave incidente d'auto perde l'uso delle terminazioni nervose delle mani e quindi la possibilità di intraprendere il proprio lavoro. Strange non accetta la sua nuova condizione e si spinge fino in Nepal in cerca di una cura misteriosa. A Katmandu scoprirà dei segreti che vanno ben oltre quelli spiegabili con la sola scienza. (fonte mymovies)
Il mio commento:
I supereroi, intendo.
D'altronde, negli anni la Marvel ne ha sfornati innumerevoli varianti e visto che la trasposizione cinematografica rende, pecuniariamente parlando, perché fermarsi e togliere a Stan Lee la possibilità di regalarci un suo cameo?
Da lettore dei fumetti degli X-Men, conoscevo Dr Strange più per nome e saltuarie comparsate che per effettiva lettura delle sue storie. Questa sua versione filmica mi ha però incuriosito, sia per la presenza di Cumberbatch sia per gli effetti visivi - stile Inception - sfoderati nei trailer.
Per cui, domenica scorsa, complice la giornata di pioggia - che, per inciso, non capita quasi mai quando sono di reperibilità... - ho colto l'occasione per vederlo al cinema.
In 2D: sia perché boicotto il 3D e i famigerati occhialini sia perché col senno di poi e col senno della recensione sbirciata su i400calci ho intuito che poteva diventare ostico vedere questo film con gli occhialini.
Per come è strutturato, non mi è spiaciuto affatto: la prima parte ci permette di conoscere il personaggio e il suo ego, trascinando lo spettatore in un mondo solido, scientifico, razionale, in cui domina la materia, le certezze sono "cose" che si toccano e la caducità della carne è ben nota - sia dei pazienti sia dello stesso protagonista vittima di incidente. Un incedere narrativo che appare relativamente adulto, non adatto a un pubblico di bimbi quello per il quale spesso si considerano destinati questi film-blockbuster sui supereroi (in fondo, chi non cela un bambino dentro di sè? :-P).
Quindi si entra nel vivo della storia, con l'approdo a Kamar-Taj, nel Nepal, presso la comunità di mistici capeggiata dall'Antico... anche se nessuno si è accorto che è un' "Antica" né obbietta al fatto che, con la globalizzazione, le medesime possibilità magari potevano esser trovate anche a New York o a Londra o in Giamaica.
In realtà, quella sulla sessualità dell'Antico, è probabilmente una "svista" voluta, così da proporre un personaggio ambiguo, fuori dagli schemi, qualcosa da considerare più per il suo ruolo/potere/titolo che per la sua forma terrena.
La progressione e lo sviluppo dell'intreccio, da qui in poi, procedono a mio avviso in modo equilibrato portandoci prima a comprendere dinamiche legate alla magia e al multiverso così come voluto dagli ideatori del personaggio e del fumetto quindi a inquadrare meglio il tradimento da parte di Kaecilius e del suo piano per dare in pasto la Terra all'entità Dormammu, residente nella realtà oscura. L'ennesimo divoratore di mondi che non disdegnerebbe di banchettare con il nostro pianeta...
Tra addestramento e studio, viaggi mistici e proiezioni astrali, tra botte e battute, con un po' di colpi di scena e di rivelazioni, il nostro Stephen procede verso un finale non scontato e che per certi versi è geniale. Mi riferisco allo scontro con Dormammu, proprio quello.
Fatto sta che i punti di forza del film restano senza dubbio le sequenze di combattimento, dove l'impiego di effetti speciali e di espedienti mistici si sbizzarriscono: quartieri che si piegano su se stessi, gravità che si altera, portali di teletrasporto, armi e scudi di energia solidificata, reliquie incantate, realtà specchio...ce n'è per tutti i gusti e, nel caso lo guardiate sotto effetto di stupefacenti, per farvi un trip fenomenale.
Certo, le semplificazioni si sprecano ma, ovviamente, dobbiamo ricordarci che siamo in un contesto Marvel, per cui l'eroe non può né morire né fallire...nemmeno quando azzarda o improvvisa ("fatelo voi, nella vita reale, e tutto andrà a rotoli" disse la Fortuna che ride DEGLi audaci).
Al netto delle innate capacità del nostro stregone supremo, gli sceneggiatori avrebbero però potuto essere meno ambiziosi e, per esempio, aver considerato tempi di recupero o di pausa...soprattutto per uno che ha subito un intervento al cuore causa pugnalata. In fondo, perché non concedergliela? Gli zeloti, dopo il furto iniziale, restano a piede libero senza che nessuno li consideri per un bel po' di tempo...
Oltretutto, se sappiamo che in quel mondo ci sono anche gli Avengers, tra cui uno che compare in una delle DUE scene dopo i titoli di coda, possibile che a nessuno di essi sia venuto in mente di attivarsi per aiutare questi poveri mistici che - sono pure pochi . lottano per salvare il mondo dall'annientamento o comunque da minacce gargantuesche?
O ancora, gli autori avrebbero potuto rendere meno semplici le cose, vista la presenza di reliquie dal potere "estremo" come il talismano con l'Occhio di Agamotto - che permette di sovvertire gli effetti del tempo... -, talismano talmente potente che se ne sta là, in bella mostra e incustodito...e che i traditori capeggiati da Kaecilius manco considerano.
Per cui, ecco, ci sono le classiche dinamiche da blockbuster marvelliano dove tutto trova un suo senso e una sua dinamica solo nell'ottica della crescita e dello sviluppo del supereroe di turno. Supereroe, che questa volta gioca con forze assolute e mistiche, con poteri ben lungi dall'essere accettati da una mente razionale ma a cui il nostro Stephen si abitua facilmente. Sarebbe interessante vedere chi ne uscirebbe a pezzi in uno scontro con l'altro mago per eccellenza, quello che tutti conoscono come Signor Potter...secondo me Dr. Strange lo massacra in un nano secondo...
Venendo al personaggio in sé, troviamo molte analogie con Tony Stark, alias IronMan.
Anche qui c'è un geniaccio, un uomo fuori dal comune, dalla portentosa memoria e capacità di analisi, ricco da far schifo, un po' arido e non facile alle relazioni umani ma, soprattutto egocentrico e con il pizzetto.
Come Tony ha una compagna/amica/collega gnocca con cui potrebbe vivere felice e contento ma, sia per vicissitudini personali, sia per dinamiche supereroistiche che per indole, questa relazione non procede affatto. Quindi il trauma violento: Tony si trova in Oriente senza cuore/avvelenato senza possibilità di scampo ma, grazie alla scienza e alla tecnologia riesce a risollevarsi e a tornare in Occidente (-> tecnologia, scienza, materialismo); Strange "perde" la propria arte e capacità medica a causa di un incidente in Occidente ma torna a nuova vita grazie alle arti marziali, allo studio e al misticismo appresi in Oriente (-> occulto, mistero, arti arcane, gente strana che comunque parla inglese perfettamente). Il nostro si muove in direzione opposta, e non facile - per lo meno all'inizio, fino alle prime spieghe da parte dell'Antico - per via della sua indole razionale e deformazione professionale.
Interessante poi il gioco che il film instaura tra spirito e materia, tra dimensione astrale e reale, tra tempo e non-tempo, concetti/dimensioni in mezzo a cui Strange si trova sospeso e che lo rendono un personaggio fuori dal comune proprio perché riesce a districarsi e a non perdersi. A portare razionalità e lucidità anche laddove c'è fantasia e irrazionalità (non per niente è un Dottore....
Un po' come la padronanza di potere tecnologico e scientifico rendono Stark al di sopra della media e un guru...sebbene questa figura risulti più accettabile e replicabile anche nella vita reale.
Nel caso del Dr Strange - che volutamente mantiene nel suo nome quella carica di razionalità che lo ha reso un neurochirurgo di fama mondiale - il suo potere deriva da qualcosa di "esterno", che non si sa bene come sia stato elargito ai comuni mortali ma che gli permette di realizzare cose imprevedibili e fantasmagoriche...oltre che consentire agli sceneggiatori e agli addetti agli effetti speciali di sbizzarrirsi come se non ci fosse un domani tanto, da Matrix in poi, la strada è ormai spianata così come la familiarità del pubblico con situazioni in cui corpo e mente/spirito vivono vite parallele.
Comunque sia, restando nel contesto da film di intrattenimento, questo Dr Strange non si presenta male, non annoia, appassiona e convince proprio grazie a un giusto mix di azione, spettacolarità, divertimento e situazioni drammatiche (c'è il cambiamento radicale di vita, la complicata relazione con la collega Christine Palmer, le rivelazioni sull'Antico, il confronto con Karl Mordo...) e a spiegazioni strutturate per non essere troppo pesanti, sebbene ci siano molte cose su cui, per scelte e per questioni di tempo, non si è approfondito (ad esempio, da dove arrivano i libri con gli incantesimi? E gli oggetti incantati?)
La scelta degli attori poi si è rivelata azzeccata, con nomi del calibro di Cumberbatch, Mikkelsen e Swinton già noti per essere cavalli vincenti e che qui tutto sommato si comportano più che bene pur se alle prese con combattimenti e scene d'azione.
Se poi la resa dei personaggi da loro impersonati sia rispettosa delle controparti fumettistiche non so dirlo...
Anche se, va detto, parte del successo del film va all'attore, poi cancellato dalla computer grafica, che ha impersonato il mantello della levitazione (e che a me ha rimandato alla mente il costume-simbionte di Spawn...) :-)
Per di più, c'è tutta la questione del multi-verso e delle realtà "altre", parallele a quella materiale, che intrippa assai e che potrebbe destare dubbi nelle menti meno aperte e più bigotte o, al contempo, suscitare dibattiti e riflessioni sulla profondità dell'universo e del reale.
A questo punto staremo a vedere che accadrà nei prossimi film Marvel e come verrà gestita la presenza dello stregone supremo accanto agli altri supereroi in calzamaglia anche perché, di fatto, la portata dei suoi poteri è proprio di un'altra scala rispetto ai loro.
Per di più, se solo lo volessero, i mistici potrebbero cambiare radicalmente le sorti del mondo avviandolo verso un'era in cui il problema dell'inquinamento è definitivamente cancellato e la globalizzazione, così come lo scambio tra le culture, portata ai massimi livelli. Parlo del potere del teletrasporto! Basta con auto, aerei o camion, da oggi, basta roteare le mani o attraversare una porta e via!
Attendiamo che qualcuno dei mistici arrivi a questa medesima idea...nel frattempo, per quanti fossero a Katmandu, a pochi passi dal santuario, ricordatevi che la password del wifi è Shamballa :-)
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