Titolo: Racconti Fantastici
Autore: Edgar Allan Poe
Editore: Rusconi libri
Genere: raccolta di racconti
Pagine: 320
L'opera:
In questa raccolta viene espresso molto dell'universo fantastico creato dall'immaginazione di Poe. Situazioni grottesche e surreali si affiancano a racconti ironici e beffardi senza dimenticare quel pizzico di terrore che contraddistingue questo autore. Donne terribili, bellissime e pericolose, creature misteriose e pestilenze dilaganti sono assoluti protagonisti di questa incredibile raccolta.
Edgar Allan Poe (1809-1849)
Scrittore nordamericano, di temperamento ribelle e instabile. Grande protagonista nella formulazione della nuova estetica del decadentismo e del simbolismo, a sostegno della tesi dell'assoluta autonomia dell'arte. Morì a soli quarant'anni in preda ad una delirante ubriacatura. (fonte editore)
Il mio commento:
In agosto ho completato la lettura di Hyperion, libro che ho trovato significativo ma al contempo impegnativo.
Al che, visto che qualcosa da leggere mi ci vuole sempre, e considerando che mio fratello mi aveva regalato questo libro giusto un paio di mesi prima, mi son cimentato con questa raccolta di racconti. L'idea era di avventurarmi in una lettura più easy, ma di buon livello considerando il fatto che quando si parla di Poe si parla comunque di un pilastro della letteratura.
Ordunque, lo confesso, mi sbagliavo.
Invero, è stata una lettura ostica.
Soddisfacente, strutturata, interessante, ma ostica.
A dire il vero, tratto in inganno dal titolo della raccolta e dall'immagine in copertina, ossia Liberazione di Andromeda di Piero di Cosimo (per altro vista a inizio anno proprio agli Uffizi, un'opera che mi aveva colpito e mi era rimasta impressa sia per il soggetto che per la fantasia che per la resa della trasparenza dell'acqua), figurandomi qualcosa di più fantasioso e meno "pesante".
Comunque sia, in primis, ho apprezzato le note relative alla biografia dell'autore, utile per conoscerlo e inquadrarlo, facilitando la comprensione dei racconti o aiutando il lettore nel contestualizzare certe scelte ricorrenti soprattutto in termini di presenze femminili e ossessioni.
Quello che risulta evidente, mano a mano che si affronta la lettura di quest'opera, è la cultura e la padronanza che possedeva Poe. Indubbiamente un autore con la A maiuscola, capace di sciorinare riferimenti e citazioni che spaziano dalla storia alla letteratura e in lingue diverse (latino, greco, francese...).Tutti elementi che impreziosiscono e al contempo appesantiscono la fruizione del testo per via delle numerose note cui si viene rimandati, pena la comprensione. E' fondamentalmente un autore colto, che richiede una certa concentrazione e disponibilità da parte del pubblico che si avvicina ai suoi testi. Testi che, pur presentando spesso elementi "spassosi" o grotteschi, sono per lo più accompagnati da un'atmosfera e da un'aura pesante, cupa. Qualcosa che deriva dal lessico, dai periodi complessi, dal dialogo che spesso cerca di instaurare narrando e descrivendo in prima persona, come a voler testimoniare - quindi rendendo più autorevole e forte e "sincera" la trasmissione - più che a mostrare estraniandosi/ci dal racconto.
Nell'affrontare i vari racconti mi son comunque fatto l'idea che si divertisse assai nella scrittura, divertendosi nel mostrare la propria cultura ed erudizione e, al contempo, trovando e proponendo testi sempre originali e ben congegnati sui quali lavorava di cesello, ponderando le scelte, togliendo e aggiungendo aggettivi e sostantivi fino a ottenere l'effetto voluto.
Lo si evince, ad esempio, in "Come si scrive un articolo alla Blackwood" e nel collegato "Un caso imbarazzante": nel primo vengono forniti gli elementi per redigere un articolo altisonante, colto, autorevole ai fini della pubblicazione mentre nel secondo vi è il risultato dell'aspirante articolista, con un testo sui generis e disastrato ma, capiamoci, scritto con tutti i crismi del caso (per cui ricercato, pomposo, con citazioni...). Una sorta di esercizio di stile volutamente disastrato.
Altri racconti possiedono invece un tono grottesco e quasi comico, come ne "L'uomo finito" dove il protagonista cerca di scoprire la verità sul generale John A.B.C. Smith venendo sempre interrotto o distratto fino a scoprire la vera natura del generale (e le conseguenze che le sue azioni eroiche hanno avuto sul suo corpo ormai ridotto a un colabrodo...) oppure in "Perché il francesino porta il braccio al collo" ... che poi è per la tragicomica conseguenza del gioco alla seduzione instaurato tra sir Patrick O'Grandison e il francesino nei confronti della signora Tracle, con i due seduti ai lati della donzella la quale, non appena si alza, mette in evidenza il fatto che i due uomini stessero, in realtà, accarezzando e giocando l'uno con la mano dell'altro.
Diverso tono invece presentano racconti come "William Wilson", praticamente un viaggio nella demenza del protagonista in un vortice di psicosi e mistero per la presenza di un "doppio", oppure "La caduta della casa Usher", dove realtà, racconto e terrore si fondono, o ancora "Berenice", dove l'autore gioca con morte e ossessione.
Racconti questi che si possono considerare dell'orrore e per i quali lo stile di Poe calza a pennello, dando al lettore l'idea di una certa cupa pesantezza da cui non c'è scampo, qualcosa che attrae e nasconde la realtà. Con questo intendo dire che, seppur si tratti di racconti brevi, è tutto studiato e strutturato in modo da tenere il lettore concentrato solo sugli elementi che l'autore desidera sfruttare: mancano magari riferimenti ad altro, al mondo esterno, ad altri personaggi ... eppure si tratta di un'essenzialità calcolata e voluta, che non fa sentire affatto la mancanza d'altro.
Diverso invece l'effetto di racconti come "Il re peste" o "Il diavolo nel campanile", dove la realtà si trasfigura e diventa grottesca, macabra, ma sempre velata da un tocco di sinistro umorismo. Testi che probabilmente hanno certi significati e rimandi, probabilmente critiche a situazioni di degrado o di pomposa altezzosità, ma che non è immediato classificare.
Ma l'autore spazia anche in altri generi: a tal proposito con "Hans Phaall" accarezza la fantascienza con una sorta di diario di bordo del viaggio compiuto con una sorta di mongolfiera verso la Luna. Altrove si diverte invece con lunghi dialoghi o scenari surreali per ridicolizzare concetti e situazioni, vedasi da esempio "Celebrità" dove un certo Roberto Jones raggiunge la massima gloria solo in virtù del proprio naso spropositato.
Quella proposta da questi racconti è quindi un'esperienza sfaccettata, ricca e mai banale, ma che richiede un certo qual impegno e dedizione, soprattutto per il lessico e il registro adottato dall'autore. Però, come già accennato, la ricompensa per l'impegno richiesto è data dalla soddisfazione e dalla ricchezza che i racconti di Poe possiedono in termini di studio e confronto, soprattutto per chi magari si diletta anche a scrivere qualche testo in prosa.
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