domenica 9 dicembre 2018

Ajin Demi-Human


Titolo: Ajin Demi-Human
Studio d'animazione: Polygon Pictures 
Anno: 2016
Numero episodi: 13

La trama in breve:
Viene scoperta una nuova "razza" umana, gli Ajin: a differenza degli uomini comuni, possono guarire da qualsiasi ferita e sono praticamente immortali. Finora ne sono stati individuati una quarantina e i governi di tutto il mondo si dimostrano molto interessati a scoprirne di nuovi. 
Kei Nagai è uno studente giapponese che mira a studiare medicina. Un giorno viene investito da un camion ma, anziché morire, il suo corpo si rigenera sotto gli occhi stupefatti dei passanti. Il ragazzo scopre così di essere un Ajin e da quel momento inizierà per lui la fuga per evitare la cattura...

Il mio commento:
Finalmente, dopo mille mila giorni, riesco a dedicarmi un po' a questo blog. Di argomenti che avrei voluto trattare ce ne sono vari ma, dovendo scegliere, intanto parto da questa serie anime che ho visto su NetFlix (non so perché ma sospetto me l'abbia suggerita per familiarità con Hellsing e L'ospite indesiderato). 
Per ora ho visto solamente la prima stagione ma ne sono stato discretamente soddisfatto per cui ve la segnalo, nel caso già non la conosciate o l'abbiate già vista: con i miei tempi, come dire, arrivo sempre un po' sfasato :-((





Innanzitutto, va detto che sotto il profilo grafico, l'anime si presenta molto bene, con un'ottima qualità visiva e un'ottima resa delle animazioni. L'utilizzo della computer graphic è piuttosto evidente - e questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni - ed è innegabile che quelli della Polygon Pictures abbiano confezionato un ottimo prodotto sotto tutti i punti di vista. Non so quanto la resa stilistica e l'estetica della serie animata si discostino dal manga di Gamon Sakurai, tuttavia le conferisce un discreto grado di realismo e un tono vagamente horror, accentuato sia dall'utilizzo delle ombre o dalla cupezza di certe sequenze ma soprattutto dalla discreta colonna sonora che viene sfruttata solo per enfatizzare le scene più dinamiche o quando avviene l'evocazione degli "spettri", golem antropomorfi che alcuni Ajin riescono a richiamare e a controllare.
Già, perché oltre ad essere immortali, gli Ajin possiedono alcune caratteristiche peculiari, come l'urlo con il quale possono immobilizzare le persone nelle immediate vicinanze. 
Il mistero rappresentato da questi individui è per altro condiviso con lo spettatore che, man mano che la storia procede, scopre nuovi dettagli di pari passo ai personaggi dell'anime. D'altronde, lo studio degli Ajin è pure in corso e riguarda parte della trama dell'anime: infatti, se da un lato abbiamo il giovane Kei in fuga, dall'altro abbiamo le forze dell'ordine, scienziati e membri del governo (vedasi Yū Tosaki) che cercano di comprendere il fenomeno. Un'esplorazione che praticamente equivale a seviziare e torturare gli Ajin catturati per capire fino a dove possono spingersi le loro capacità o quali sono i punti deboli. Una verità che lo stesso Kei sperimenta, venendo ripetutamente ucciso in modo brutale e risorgendo continuamente fino a che altri Ajin riveleranno la loro presenza. Questo segna la principale svolta nella trama: Kei, che dopo la prima resurrezione è divenuto un reietto, con tanto di dubbi e crisi personali legati alla sua appartenenza al genere umano, senza considerare il trauma di aver perso tutto (famiglia, scuola, vita quotidiana...), si trova a contatto con Sato, un signore di mezza età che inizialmente si presenta come una figura quasi benevola... in realtà, è una sorta di terrorista che mira a riunire a sé i vari Ajin e prendere il potere. D'altronde, se gli riservi un trattamento a base di trapanazioni, amputazioni, ustioni e devastazioni h24 non ci si può aspettare che ambiscano al Nobel per la pace o la  donazione di organi (argomento per altro sfiorato nell'anime...in fondo, da qualche parte, anche i cattivoni devono pur pescare soldi, e il florido traffico d'organi rappresenta una valida risorsa...)








A questo punto, solitamente, nei film, nei fumetti, nelle storie in generale, il protagonista dovrebbe mettersi in gioco per cercare di sventare i piani dei cattivi, insomma sacrificarsi per il bene comune. Oppure, rivelarsi d'accordo con l'antagonista e passare dalla parte dei "cattivi". 
Invece, Kei sceglie la terza via, rifugiandosi in una desolata zona di campagna, cercando di non dare nell'occhio al solo scopo di non rischiare più la cattura: dopo essere stato massacrato decine di volte da sadici ricercatori, non è difficile dargli torto. Però, ugualmente, questo lato del carattere di Kei un po' lo rende antipatico allo spettatore, che vorrebbe da lui una qualche reazione, uno schierarsi pro o contro gli Ajin rivoluzionari. Addirittura, dopo esser stato raggiunto da Ko, un altro Ajin, scappato dal tentativo di reclutamento organizzato da Sato, anziché ripensarci sceglie di intrappolarlo in modo da non correre il rischio di venir scoperto da altri.
Il tutto mentre, parallelamente, assistiamo al piano che gli altri Ajin cercano di compiere...
Per cui, ecco, credo che come serie possa risultare interessante e atipica sotto vari aspetti. In primis per il modo in cui è stata presentata e gestita l'"immortalità", non tanto come un dono ma come una forma di esclusione, quasi una malattia, un peccato che conduce solo alla quarantena. Non è stata data enfasi, per dire, al lato miracoloso di ciò, magari con risvolti religiosi, bensì tutto è virato verso la negatività, verso lo sfruttamento oppure la paura di non riuscire a far fronte a questa nuova specie. E a buon motivo, come si può vedere nelle sequenze in cui il gruppo di Sato entrerà in azione.
Un altro aspetto particolare è il peso che viene dato ai media e alla tecnologia, con hacking di sistemi, realizzazione e diffusione di video: nulla è lasciato al caso e questo dimostra che dal punto di vista della sceneggiatura l'opera è stata ben ponderata e orchestrata o, quanto meno, focalizza l'attenzione dello spettatore su determinati sviluppi e risvolti. Lo stesso espediente di mandare video self-made ai giornali o diffonderli nel web rende le azioni di Sato molto vicine a quelle adottate da gruppi terroristici che negli ultimi anni hanno fatto parlare di sé nel mondo medio-orientale.





Per cui, a mio avviso, la serie si presenta non tanto come la solita manciata di gente dotata di poteri esp che se le suona perché si annoia, ma come un'opera adulta e ponderata, che gioca sui personaggi nonchè sulla tensione e sul mistero. 
Probabilmente risulta un po' lenta, con tanti dialoghi, ma l'impressione è stata quella di aver assistito a una sorta di preparazione, come per altro può suggerire il fatto che il rocambolesco 13-esimo episodio non sancisca un finale di stagione ma risulta solo un punto di svolta per procedere oltre.
L'evocazione dei golem, dei fantasmi neri, invece, è l'aspetto forse meno originale (può richiamare altri manga come Shaman King), tuttavia è funzionale per lo svolgimento della storia oltre che per creare "diversivi" o segreti. Tra l'altro non è ben chiaro di cosa sono fatti (antimateria?) né quando sono visibili alle persone comuni: ogni tanto capita che li scorgano altre volte solo gli Ajin possono individuarli...dettagli che probabilmente scoprirò nella prossima stagione ^_^

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