lunedì 28 ottobre 2019

Undone

Titolo: Undone
Episodi: 8
Anno: 2019
Genere: drammatico

La trama in breve:
Alma Winograd-Diaz (interpretata da Rosa Salazar, vista in Alita: Battle Angel) vive una vita tranquilla fino a quando un incidente quasi fatale le provoca visioni del suo defunto padre, Jacob (che ha le sembianze di Bob Odenkirk, protagonista di Better Call Saul). Attraverso queste persistenti visioni il padre le fa scoprire un’abilità misteriosa che le consente di viaggiare nello spazio e nel tempo con la speranza di evitare la sua morte prematura. Questa situazione mette a dura prova le relazioni di Alma e le persone a lei più vicine cominciano a mettere in discussione il suo equilibrio mentale. (fonte tvserial.it)

Il mio commento:
Probabilmente il nome di questa serie non dirà molto ai più e, a dirla tutta, senza un articolo letto qualche tempo addietro su Il Post credo saremmo rimasti nell'ignoranza pure noi :-)
Realizzata con la tecnica del rotoscope e composta da 8 episodi di breve durata, Undone si è rivelata una bella esperienza visiva e narrativa, articolata e non banale. Non porta sullo schermo una storia lineare bensì lascia allo spettatore seguire il flusso e trarre le proprie conclusione, etichettando il viaggio e la storia di Alma come demenza o schizofrenia oppure come un'effettiva dimostrazione di potere arcano che le consente di viaggiare nello spazio-tempo. Un desiderio, più che un reale potere acquisito, che ciascuno di noi sotto sotto sperimenta: avere una seconda occasione, poter annullare un evento, poter scoprire particolari e risvolti su chi non è più con noi...sono tutte spinte umane e comprensibilissime. E che diventano ancor più toccanti quando si configurano come il salvagente a cui aggrapparsi in un presente che non va esattamente nella direzione che vorremmo. Anche per colpa nostra, come dimostra la stessa Alma con il suo comportamento sfrontato e provocatorio, decisamente fuori dagli schemi. 



Quello interpretato da Rosa Salazar è un personaggio imperfetto, fragile, dannatamente umano, con cui si familiarizza subito, prendendolo in simpatia. Magari non riusciremo a comprenderla fino in fondo, magari un po' la detesteremo, però di certo non resteremo indifferenti al suo agire, al suo tentare di trovare risposte e un senso a ciò che le è accaduto e le sta accadendo. 
Attorno a lei, al suo vagare tra presente e altri tempi - viaggio reale o immaginario a seconda di come vogliamo inquadrare la situazione - si muovono altri personaggi, pochi in realtà, ma in numero sufficiente a proporci altri punti di vista e spunti su come inquadrare la storia proposta. Attraverso la sorella Becca, la madre Camila e il fidanzato Sam lo spettatore resta ancorato alla realtà e ha modo di sperimentare le difficoltà di chi vive accanto a una persona "disturbata", una mina vagante completamente presa dalla propria "missione" che non considera i danni collaterali che può arrecare alla vita dei suoi cari. Analogamente a loro, anche lo spettatore finirà per porsi domande su "come avrebbe affrontato la situazione", su quanta fiducia avrebbe concesso o su quanta pazienza e forza avrebbe saputo generare se capitasse a lui di gestire una persona come Alma.

D'altronde, se quel che la ragazza crede, e che pure il suo defunto padre Jacob la induce a credere, corrisponde al vero allora cambiando il passato lei potrà creare un presente migliore per tutti. Per cui, incomprensioni e difficoltà del presente rappresentano un equo prezzo da pagare per raggiungere lo scopo. In fondo, Alma, è sempre stata un po' "a sé", anche a causa del disturbo uditivo che possiede e che può rappresentare un'occasione in più per distorcere il reale e rifugiarsi in se stessa.
Interessante anche la gestione del "viaggio nel tempo" che non diventa un escamotage per sbrogliare sceneggiature non proprio solidissime (Endgame?) né è l'occasione per giocare con tecnologie o scenari fantascientifici: tutto è vissuto nell'ottica di trovare spiegazioni, di capire, di alleviare sensi di colpa e vuoti affettivi protratti per molti anni. I vari momenti di dialogo con il padre scomparso divengono allora occasioni per "imparare" ma anche per fissare elementi del passato e del proprio subconscio. Nell'ipotesi, ovviamente, che la capacità sciamanica e/o extra sensoriale sia falsa...  
La narrazione si dipana quindi tra presente e alterazioni del continuum spazio-temporale, con cambiamenti di scenari e di contesti che solo gli effetti grafici di una serie animata avrebbe potuto rendere: difficilmente si sarebbe potuto realizzare quanto proposto senza un adeguato budget a supporto per non cadere nel penoso. Viaggi, visioni, allucinazioni, sogni lucidi...comunque le si voglia considerare, quelle di Alma vengono rese in maniera creativa e suggestiva, ma ancor di più risultano vivide ed emozionanti, sia per la buona resa recitativa sia per il ritmo che la serie possiede, incalzando lo spettatore con dialoghi ed eventi che, per quanto possano essere ordinari (la sorella che si sposa, incomprensioni familiari, dinamiche di coppia...), creano quel giusto stato di pressione sulla protagonista. 



Nel complesso quindi la serie offre una buona esperienza narrativa e visiva, non banale e non scontata anche grazie alla forte carica umana ed emotiva che possiede oltre al finale volutamente aperto che rimette il tutto nelle mani dello spettatore: a lui il compito di stabilire se ha assistito al più o meno lucido delirio di una persona malata, sempre più coinvolta e vittima della propria patologia, o se invece Alma possiede davvero un dono, un'eredità sciamanica se così si può dire.  
Ve lo consiglio!


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