martedì 9 marzo 2021

Tribes of Europa


Titolo: Tribes of Europa
Anno: 2021
Episodi: 6
Genere: sci-fi, distopico

La trama in breve: In un'Europa post-apocalittica devastata da guerre tra microstati, tre fratelli lottano per la sopravvivenza mentre sul continente incombe una minaccia ancora più grande. (fonte Netflix)

Il mio commento: 
In vista del termine della gravidanza, che speravamo si concludesse secondo previsioni al 26 febbraio, consci che più avanti sarebbe stato ben più ostico ritagliarci del tempo per film e serie, io e Silvia ne stiamo approfittando per curiosare tra i cataloghi di Netflix, Amazon e Disney+ (leggasi WandaVision in progress). Tra le varie proposte, Netflix ci ha segnalato il recente e teutonico Tribes of Europa.
Trailer accattivante, scenario distopico che delinea un'Europa del 2074 devastata e mai più ripresasi, tanta azione, pochi episodi e la segnalazione che dietro a questa serie ci sono i creatori di Dark...insomma, le premesse ci sono tutte per una visione interessante e di rilievo. 
Per altro girata in poco tempo, prima delle ri-chiusure determinate dalla diffusione del covid a partire dall'autunno del 2020. 
Superato l'impatto iniziale, che cerca di coinvolgere lo spettatore in una nuova ambientazione futuristica e distopica, in cui la civiltà è allo sbando e la razza umana si è organizzata in clan/tribù. I vari episodi, che non sono né troppi né troppo lunghi, scivolano via senza intoppi seguendo tre macro filoni narrativi che si sviluppano dopo il massacro della tribù Origini. 
Da un lato la temeraria Liv, che intreccerà il suo destino con quello dei Crimson, gruppo paramilitare che mira a riportare democrazia e ordine nei territori europei, sebbene la ragazza abbia delle intenzioni maggiormente focalizzate sul ritrovamento dei familiari da cui è stata separata a causa dell'incursione dei Corvi, che hanno annientato il suo villaggio natale. Tuttavia si troverà nel mezzo di dinamiche di potere e inganni tra cui giostrarsi sebbene, a mio avviso, sia un po' sospetto che all'ultima arrivata, per altro sconosciuta, venga data tanta libertà d'azione. 




Proprio alle vicende di quei bruti dei Corvi si legano invece le vicissitudini di suo fratello Kiano, dapprima schiavo e poi "concubino" di una delle oligarche di turno. Anche per lui la vita non si dimostra semplicissima, anzi, si troverà di fronte a scelte complicate e difficili, nonché a pericoli mortali. Di contro, è un po' sospetto il fisicaccio palestrato e depilato del ragazzo: ricordiamoci che stiamo parlando di persone cresciuti di stenti e in un contesto precario, con poche risorse e mezzi a disposizione.
Infine ci sono le vicende del più piccolo dei tre, Elja (che vagamente mi ricorda Dustin di Stranger Things), ingenuo e poco incline alla violenza, che peregrina assieme a Ulrich Moses nel duplice intento di sopravvivere e trovare gli Atlantidei a cui consegnare un misterioso cubo. Gli atlantidei rappresentano una delle altre civiltà presenti nel mondo di Tribes of Europa, ma di cui non vengono forniti molti elementi se non che possiedono una tecnologia avveniristica di cui fan parte proprio i cubi, aggeggi che parrebbero tornare utili in diversi frangenti, come GPS, come arma, come visore per la realtà aumentata atta a fornire piccole e ben dosate lusinghe di mistero agli spettatori.  
Diciamo che, trattandosi di una prima stagione, si son concentrati maggiormente sul creare ambientazione e avviare la storia in quanto ci sono molti aspetti che son rimasti solamente e volutamente accennati. In particolar modo sulle origini del blackout che nel 2029 ha di fatto resettato il mondo, ma anche sugli atlantidei e le loro tecnologie, oppure sul passato dei vari personaggi o sull'origine delle varie tribù. Di queste quella dei Corvi fa da collante alle storie dei protagonisti e risulta quella maggiormente caratterizzata con un mix di suggestioni, a tratti alla KenShiro - Mad Max: Fury Road, a tratti alla sadomaso-Matrix...insomma una società poco raccomandabile, basata su violenza e forza ma anche eccessi e rapporti sociali ambigui, sotto l'influsso del carismatico Capitano Yvar. 
Ovviamente in un contesto simile, mi riferisco all'Europa di Tribes of Europa, non viene speso molto per spiegare come funzioni l'approvvigionamento alimentare, o come funzioni il settore manifatturiero o quello scolastico, economico... tutto sembra regredito al Medioevo, o giù di lì, sebbene ci siano armi e, talvolta, estetiche e location particolarmente d'effetto.  




Dei personaggi principali invece quello che probabilmente presumo possa regalare la crescita maggiore e più sorprendente potrebbe essere Elja, che in qualche modo dimostra un legame con la tecnologia dei misteriosi atlantidei e che ha fatto sua la missione di trovarli, accompagnati da un Moses semiserio truffatore-tuttofare che ogni tanto rallegra l'atmosfera con la sua presenza e i modi di fare. 
Nel complesso, mi sento di premiare questa serie in termini di proposta narrativa e anche perché si configura discretamente dal punto di vista di regia, ambientazione, costumi e fotografia, meno d'atmosfera stile Dark, ma indubbiamente con una sua personalità ed estetica. Non so perché ma mi da molto l'idea di un videogioco, con quest e sottotrame da esplorare.
Anche sotto le musiche e la colonna sonora son più che azzeccate e suggestive, per altro con qualche incursione di canzoni italiane selezionate da Moses, mentre seguiamo il vagare del suo eccentrico furgoncino. Gli effetti speciali pure son di buon livello e non troppo invadenti, sfruttati per lo stretto necessario ad impreziosire gli episodi e fornire nuovi elementi alla storia. 
Però a mio avviso è ancora presto per capire come e quanto si svilupperà il tutto, consentendo allo spettatore di comprendere meglio le vicende e il senso di quanto proposto. Non credo che nella seconda stagione cambieranno i toni, comunque, virando verso l'ilare e il faceto...
Attendiamo in ogni caso la prossima stagione e di capire come evolverà il tutto, anche perché fondamentalmente l'assenza di comunicazioni faciliterà gli equivoci e la creazione di punti di svolta anche tragici, di cui abbiamo avuto un esempio con il combattimento nell'arena di Kiano (anche se, in effetti, c'era da aspettarselo...).  




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