Inutile dire che era da mo che attendevo l'occasione di vedere il "comico" dal vivo.
All'interno della struttura credo fossimo 1500-2000 persone. Personalmente non ho visto posti vuoti e il calore e l'apprezzamento da parte del pubblico sono stati più che evidenti.
Malgrado tutto quel che si possa pensare di Luttazzi, nonostante gli sia ancora interdetto l'uso del mezzo televisivo (e sì che con Decameron, su La7, in seconda serata, stracciava gli ascolti di Rai2...) la gente continua a seguirlo e ad apprezzarlo.
A parer mio, Daniele è un artista sottovalutato dalla massa e che, come esli stesso ha pure sottolineato, non senza una punta di astio, dovrebbe stare in televisione.
Non è sempre facile seguirlo nei suoi monologhi (anche perchè parla alla velocità della luce!) tuttavia è evidente l'intelligenza e la cultura che traspare. A tutto campo oltretutto, visto che passa senza problemi da un argomento all'altro pescando dalla filosofia, dalla politica, dalla medicina, dalla sessualità. Senza freni e senza inibizioni: un libero pensatore, ecco.
E che in un "Regno" come il nostro è cosa scomoda.
Lo è per i poteri forti costituiti da politica e religione che, forti della loro autorità, sono riusciti a censurarlo e a tagliarlo fuori. Lui, come altri facinorosi della comunicazione (la Guzzanti, Grillo...).
Peccato, un vero peccato.
Per noi soprattutto.
Anche perchè c'è da imparare solo ascoltandolo.
Senza contare che, nonostante episodi surreali e stravaganti che è in grado di proporre, la sua lucida intelligenza gli consente di essere provocatorio in modo costruttivo nei confronti di chi "vuole" seguirlo. Già, perchè nel caso di Luttazzi credo che il più delle volte la gente che lo condanna non ha l'apertura mentale o la cultura necessaria per stare ad ascoltare le sue genialità.
Nel caso di "Va dove ti porta il clito", oltretutto, le tematiche trattate sono quelle della sessualità che, per certi versi, sono ancora tabù. Propedeutico alla fruizione del monologo c'è però "C.R.A.M.P.O.", un corso supersonico di cultura a 360° per mettere il pubblico nella giusta condizione di captare i messaggi lanciati.
Ecco allora che l'istruzione, la cultura e la sessualità divengono gli elementi indispensabili per una piena consapevolezza di noi stessi. Noi come individui e come società.
Fissati questi è possibile procedere verso il futuro, pensare e agire con buon senso e nel nome di quella libertà che consente di vivere in un contesto civile consci delle responsabilità che questo fatto comporta.
In conclusione, quella di ieri sera è stata una splendida esperienza, densa di spunti e di risate.
E di scoperte: chi avrebbe mai sospettato che la mamma di Freud fosse una tale gnoccolona?
Peccato solamente per l'organizzazione da parte della Zed, per il resto si è trattato di una valida esperienza che mi sento di consigliare ^_^
Va’ dove ti porta il clito:
Parodia “pornografica e blasfema” di un famigerato bestseller per zitelle, oggetto di una querelle giudiziaria che si risolse con una doppia vittoria per Luttazzi ( a favore del quale si schierarono i nomi più importanti della critica: Maria Corti, Guido Almansi, Patrizia Violi, Alberto Bertoni, Omar Calabrese ), Va’ dove ti porta il clito sottopone al vaglio di una critica corrosiva il sentimentalismo melodrammatico e l’insieme arrugginito dei valori sbandierati dal testo originale; pathos e valori che, a 12 anni di distanza, sono diventati programma di governo e incubo esistenziale per molti.
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