Ieri siamo andati al Planetario di Padova.
Personalmente è stata un'esperienza nuova per me, un misto tra cinema ed insegnamento. Molto interessante ed emozionante. In fondo, lo spettacolo che offre il cosmo infinito non è mai banale. Anche se, ovviamente, quello ricreato all'interno della cupola del planetario padovano è uno "spazio artificiale", finto, ricostruito grazie a moderni ritrovati tencologici.
E' stato un viaggio quello di ieri che mi ha molto colpito ed emozionato. Credo che chi non abbia mai studiato un minimo di astronomia o fisica possa avere difficoltà nel seguire certi passaggi, tuttavia l'esposizione e i filmati proposti, oltre al movimento stellare, avvincono e affascinano anche al di là delle mere constatazioni scientifiche.
Quella che comunque mi ha smosso maggiormente è stata però la riflessione sulle distanze e sulla concezione del tempo. L'umana esperienza, in realtà, diviene gran poca cosa se raffrontata con l'immensità infinita dello spazio. Tutto, oltre la sfera terrestre, assume un valore quasi eterno, biblico.
Ci sono là fuori vastità sconfinate e inserplorate di fronte alle quali noi umani siamo meno di nulla ma ugualmente ci crediamo padroni di tutto. Siamo talmente assuefatti a conquistare ricchezze e ad imporre il dominio sulla superficie della Terra che quasi ci dimentichiamo di esser solamente un granellino di polvere in un grandioso contesto cosmico.
E ancora, rimirando stelle e galassie, viaggiando tra spazi che si misurano in anni luce, dove ogni creazione vive di millenni e non si misura certo in istanti, viene da chiedersi dove sia Dio. Se qualche divinità esiste davvero nel firmamento, allora dove si trova? Ed è veramente assoluta e infinita? Oppure è solamente una parte di un tutto ancor più grande? Una sorta di "responsabile locale"? O, ancora, non esiste nulla di tutto ciò e ogni creazione è semplicemente figlia di processi caotici e naturali? Magari rari, come la vita sul nostro pianeta?
Che poi, chi può sapere se davvero ci siamo solamente noi nell'universo. Potrebbero addirittura esserci stati imperi e civiltà ormai scomparse. Altre magari sorgeranno tra qualche milione d'anni.
Le possibilità sono infinite, al contempo sono infinitesimali quelle di un contatto.
Dopotutto, il nostro sistema solare non è che una mera macchiolina di dimensioni micro-micsro-micro-scopiche se raffrontata con quelle che possiedono alcune galassie e nebulose.
Vien da chiedersi allora come mai ce ne stiamo qui a rubare, ad inquinare, a dilaniarci l'anima quando invece c'è un cosmo intero da esplorare e visitare.
Viene da chiedersi perchè negli ultimi decenni ci siamo sforzati così tanto nel produrre autovetture e ricchezze di effimera durata quando invece potevamo puntare alle stelle.
E pensare che, da piccolo, sognavo un futuro in cui si sarebbe viaggiao con astronavi e navette spaziali. Altro che Ford Focus o Nissan Almera...
Ma la realtà più sconertante in assoluto, malgrado la potenza delle stelle, l'eternità delle galassie e compagnia bella, rimaniamo in ogni caso noi esseri biologici. Animali, vegetali e minerali senza distinzione che, pur nella nostra esistenza di dimensioni infinitesimali, viviamo e cambiamo. Anche se l'universo magari non se ne accorge nemmeno. Siamo una sorta di rarità segreta dello spazio. E non è mica cosa da poco ^_^
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