Titolo originale: Mad max
Regia: George Miller
Anno: 1979
Genere: azione, sci-fi
Cast: Mel Gibson, Joanne Samuel, Roger Ward, Tim Burns, Hugh Keays-Byrne
La trama in breve:
In Australia, le istituzioni, ormai incapaci di prevenire e arginare la criminalità dilagante, affidano il compito di combattere le bande motorizzate di giovani, spietati delinquenti ad un apposito corpo di polizia, motorizzato anch'esso, composto da agenti selezionati, esperti nell'uso delle armi e del tutto privi di scrupoli. Max Rockatansky, soprannominato Mad Max, poliziotto del nuovo reparto, è colto dallo sdegno quando vede che un pavido tribunale rilascia in libertà l'assassino di un suo collega. Dubitando dell'utilità del proprio incarico, l'uomo è tentato a dimettersi dal servizio attivo, ma a distoglierlo dal proposito è l'improvviso massacro della sua famiglia ad opera della banda di Toecutter. Facendo della vendetta l'unica ragione di vita, Max si mette a caccia dei criminali e li elimina ad uno ad uno, rivelando lui stesso una selvaggia ferocia non inferiore a quella dei suoi antagonisti. (fonte mymovies)
Il mio commento:
Quest'estate, al cinema, ho goduto guardando Mad Max Fury Road ed è stata un'esperienza esaltante, anche e soprattutto dal punto di vista visivo.
Però, essendo io ignorante, nel senso che ignoro, in merito alla saga cinematografica di Miller, complice qualche giorno di ferie ho deciso di rimediare a codesta mia lacuna. Ergo, mi son recuperato il primo capitolo della serie, datato '79.
Non ne son rimasto deluso ma si vede che è un film d'altri tempi e che siamo lontano anni luce da quanto offerto quest'estate. Il contesto presentato e tutta la narrazione sono diverse, riferimenti distopici/fantascientifici sono solo dei proforma, e il budget a disposizione, qui, è tutto sommato abbastanza risicato.
Tuttavia il film funziona, coinvolge lo spettatore, scorre via crudo e violento. Il tutto è molto easy, comprese le dinamiche esistenziali dei personaggi che popolano la pellicola, e acerbo. In fin dei conti, molte dinamiche si limitano a inseguimenti ed esplosioni di violenza, ma è tutto più che accettabile (ok, la violenza va condannata) cinematograficamente parlando e, tutto sommato, fila liscio.
Apprezzate in particolar modo le prove del giovanissimo Gibson e di Keays-Byrne, leader della band di folli motociclisti attorno a cui gravitano le vicende che porteranno il povero Max a perder (la famiglia) la sanità mentale.
Riuscite e ammiccanti a dinamiche viste in Duel (e non solo) pure le riprese rasoterra dei vari inseguimenti a bordo di moto e macchine: di certo contribuiscono a dare un senso di tensione e movimento che altrimenti sarebbe venuto meno.
Senso di deja vu al contrario invece per una scena del finale, quando all'ultimo della band di ToeCutter, viene concessa la possibilità di salvarsi: lui si trova ammanettato per la gamba e, fondamentalmente, può scegliere di liberarsi o rompendo la catena o amputandosi il piede...
Ad ogni modo, come film non mi è spiaciuto. Ha in effetti il sapore di qualcosa di riuscito bene e di significativo, ma forse per i tempi che corrono trasmette molto meno di quanto è riuscito a fare al tempo in cui uscì al cinema.
Ciononostante sono contento di aver colmato questa mia lacuna: ora non mi resta che procedere con i capitoli successivi quelli che, mi dicono, hanno gettato le basi per molte e molte cose. Vedasi l'ispirazione per Hokuto No Ken :-)
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