Titolo: Storie sull'incomprensibilità della specie
Autore: Mattia Vacchiano
Editore: Elison Publishing
Genere: narrativa
Pagine: 59
La trama in breve:
Storie sull’incomprensibilità della specie è una raccolta di racconti brevi. I testi esprimono il disincanto e il fatalismo dei protagonisti, alle prese con una retrospettiva su di un avvenimento importante della loro vita. Con un tono ironico, surreale o sommesso, i narratori si alternano nel raccontare un mondo violento e senza riguardo per il proprio e l’altrui destino, dando spazio a emozioni e ricordi spesso censurati nelle narrazioni tese a ricostruire il filo logico degli avvenimenti. Ispirata al postmodernismo, la raccolta rivela un universo difettoso, composto da giraffe da combattimento, assassini cruenti, organizzazioni misteriose, teste dalle forme stravaganti, tossici e disperati d’amore; nelle venti storie si cela il tentativo di svelare come “l’atto di raccontare” mutila la realtà dei percorsi e delle storie individuali, convertendo le parole in cortocircuiti di una realtà che non comprendiamo completamente. (fonte Elison Publishing)
Il mio commento:
Tra i testi di Elison Publishin che ho avuto occasione di leggere sinora credo che questo libro di racconti di Vacchiano sia il migliore. Non scherzo. Si tratta di racconti brevi slegati da loro - in quanto non vi è un vero e proprio filo conduttore o una trama comune -, ma accomunati da alcuni elementi quali il tono, l'ermetismo, lo stile con cui vengono raccontati. L'io narrante che descrive episodi di vita vissuta e personaggi e situazioni sperimentate potrebbe essere chiunque - un uomo una donna un vecchio uno straniero, Non conta sapere il "chi": è la voce di qualcuno che, con un flusso di coscienza, ci parla di sé e delle proprie esperienze. Non ha importanza che si una testimonianza reale o farlocca, quel che conta è il vissuto e il modo in cui questo viene trasmesso. Non vi sono nemmeno eroismi o ammonimenti, semplicemente dinamiche di vita e di sentire, relazioni che si intrecciano, persone sole o disabili che hanno i propri quindici minuti di celebrità, esplosioni di violenza, imprese folli, incomprensioni e situazioni non sempre chiare o immediate da assimilare. E questo anche e soprattutto per lo stile adottato dall'autore, essenziale ma ermetico, molto poetico e calcolato, ricco di accostamenti non sempre immediati ma comunque di forte impatto. Si percepisce di essere di fronte a un autore, a mio modo di vedere, maturo, che ha letto molto e che dà l'impressione di aver fatto svariate esperienze. La sensazione provata è quella di trovarsi ad un bancone di un locale, a sorseggiare qualcosa in compagnia di un vecchio amico, non qualcuno di troppo giovane, ma di certo uno dall'aria vissuta e consumata, qualcuno che non si è fatto mancare nulla ma comunque logoro, provato. Me lo vedo con la sigaretta in bocca mentre alterna frasi a sorsi di qualche alcolico, raccontando e rievocando se stesso, senza censure, senza remore, focalizzandosi su immagini e sull'essenziale, condensando passaggi logici e temporali ma affascinando con la propria dialettica evocativa.
Ecco, la mia esperienza di lettura me la figuro più o meno così.
Inutile dire, quindi, che al lettore viene richiesta una certa concentrazione e pazienza, e che probabilmente qualche passaggio sarà da rileggere più di una volta per andare in fondo e afferrare qualche brandello del significato che custodisce. Non tutto sarà chiaro ma forse il bello sta proprio qui, nel lasciarsi trasportare da un contesto a un altro, da un Paese a un altro. Ne consegue un'esperienza di lettura soddisfacente e stimolante, non banale né ordinaria.
Probabilmente la brevità del testo unito al nome dell'autore non propriamente noto potrebbero scoraggiare i lettori ma, per quanto mi riguarda, questi elementi non devono per forza costituire un limite e, anzi, potrebbero invece risultare il trampolino per un'onesta esperienza di lettura per una maggior comprensione della specie, di quella specie umana il cui comportamento talvolta appare bizzarro o illogico perché minato da fragilità, ipocrisie e insicurezze su cui, a sprazzi, i racconti si soffermano giocando con il lettore, titillando la sua intelligenza e sensibilità senza mai approdare a una vera e compiuta soddisfazione. Oppure, per gli autori in erba, questo racconto può rappresentare un ottimo metro di confronto, soprattutto per quanto concerne lo stile adottato e l'incisività dei brevi testi proposti.
L'immagine di copertina, infine, è piuttosto efficace e richiama i contenuti del testo: da un lato un'umanità che tende, nel suo insieme, a fagocitare l'individuo, sopprimendone l'individualità e dall'altro la necessità di "cibarsi" degli altri, scoprendo e interiorizzando le altrui esperienze e personalità, per poterli meglio comprendere e sentire più vicino.
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