Ad ogni modo, pc o meno, rimane che in questo periodo avrei voglia di scrivere, fare e brigare. Ma devo limitarmi. Perciò, anzichè puntare ad altri argomenti, ho deciso di spendere due parole sui Il Teatro degli Orrori.
Mercoledì scorso, il 30 giugno, sono infatti riuscito ad andare a sentirli allo Sherwwod Festival di Padova. In totale mi son partiti 13 euro e 50 cents: non male per un concerto di circa 2 ore.
Personalmente non ero mai stato allo Sherwood e, da come me l'avevano descritto, me l'ero immaginato un postaccio molto devastato, sfatto e solo per gente schierata. Devo dire che invece è molto più tranquillo e a modo di quel che temevo: forse, nel corso degli anni, qualcosa è cambiato ma rimane il fatto che la maggioranza delle persone che lo frequentano sono giovani, con voglia di stare assieme e divertirsi e tendenzialmente schierati verso sinistra. E non erano pochi.
Ad ogni modo, alle 9.40 circa è salito sul palco Nicola Manzan, trvigiano, con il proprio progetto solista "Bologna Violenta". Non è stato un ascolto immediato, almeno personalmente, con brani veloci, furiosi, suonati con la chitarra (tranne uno) a volume altissimo e dai toni musicali decisamente aggressivi. Riferimenti al metal ce n'erano eccome, con sequenze musicali suonati a velocità sostenute e rabbiosa alternati a testi recuperati da film e documentari, atti a denunciare qualche realtà particolare (sfruttamento delle ragazze africane, trapianti d'organi illegali in Giappone, utilizzo di cuccioli a scopo alimentare in Cina...). L'artista ha creato, a mio avviso, uno spettacolo di forte impatto musicale e che, per come era strutturato, poteva risultare a tratti folle e sperimentale. Di certo emozionante e suggestivo.
Dopo "Bologna Violenta" è stato quindi il turno dei "Il Teatro degli Orrori", gruppo per il quale lo stesso Manzan suona. Premetto che i Teatro degli Orrori sono una band che conosco da poco tuttavia penso che siano una delle realtà musicali italiane più valide e interessanti, decisamente da tenere sott'occhio e apprezzare. Sul loro sito sono riportate informazioni sul gruppo, sul tour e sulle loro canzoni ma ugualmente vi riporto un passaggio giusto per introdurli anche a chi non li ha mai sentiti:
Mercoledì scorso, il 30 giugno, sono infatti riuscito ad andare a sentirli allo Sherwwod Festival di Padova. In totale mi son partiti 13 euro e 50 cents: non male per un concerto di circa 2 ore.
Personalmente non ero mai stato allo Sherwood e, da come me l'avevano descritto, me l'ero immaginato un postaccio molto devastato, sfatto e solo per gente schierata. Devo dire che invece è molto più tranquillo e a modo di quel che temevo: forse, nel corso degli anni, qualcosa è cambiato ma rimane il fatto che la maggioranza delle persone che lo frequentano sono giovani, con voglia di stare assieme e divertirsi e tendenzialmente schierati verso sinistra. E non erano pochi.
Ad ogni modo, alle 9.40 circa è salito sul palco Nicola Manzan, trvigiano, con il proprio progetto solista "Bologna Violenta". Non è stato un ascolto immediato, almeno personalmente, con brani veloci, furiosi, suonati con la chitarra (tranne uno) a volume altissimo e dai toni musicali decisamente aggressivi. Riferimenti al metal ce n'erano eccome, con sequenze musicali suonati a velocità sostenute e rabbiosa alternati a testi recuperati da film e documentari, atti a denunciare qualche realtà particolare (sfruttamento delle ragazze africane, trapianti d'organi illegali in Giappone, utilizzo di cuccioli a scopo alimentare in Cina...). L'artista ha creato, a mio avviso, uno spettacolo di forte impatto musicale e che, per come era strutturato, poteva risultare a tratti folle e sperimentale. Di certo emozionante e suggestivo.
Dopo "Bologna Violenta" è stato quindi il turno dei "Il Teatro degli Orrori", gruppo per il quale lo stesso Manzan suona. Premetto che i Teatro degli Orrori sono una band che conosco da poco tuttavia penso che siano una delle realtà musicali italiane più valide e interessanti, decisamente da tenere sott'occhio e apprezzare. Sul loro sito sono riportate informazioni sul gruppo, sul tour e sulle loro canzoni ma ugualmente vi riporto un passaggio giusto per introdurli anche a chi non li ha mai sentiti:
Siamo stanchi delle solite frittate rock italiane, stanchi dello sciatteria culturale che ci propinano le grandi case discografiche, stanchi di tutte le canzoncine che ascoltiamo in radio o "vediamo" in televisione, che durano sempre e soltanto l'arco di una stagione e poi -grazie a dio- non se ne sente più parlare.
IL TEATRO DEGLI ORRORI ha un ambizione più grande. Un quartetto rock bello classico, con una gran voglia di suonare della musica potente ma intrigante, violenta ma dai contenuti romantici, ignorante ma colta, un occhio ai Melvins ed uno a Dylan, un po' Birthday Party e un po' progressive.
Vi sembra poco? O è forse troppo? Ascoltare per credere.
La musica che suonano è piuttosto articolata e non banale, sia dal punto di vista delle soluzioni musicali che dei testi proposti. Come genere si potrebbero definire rock, indie, ma anche progressive. Ma forse è necessario attendere qualche altro album prima di inquadrarli meglio.
Dal vivo la resa è molto buona, davvero come mi aspettavo: giusto un paio di piccoli errori di attacco ma per il resto han suonato molto bene.
A questo, che già di per sè non è poco, va ad aggiungersi il modo di interagire con il pubblico, fatto di silenzi, di azioni mimate, di blocchi collettivi, di movenze tra il folle e il teatrale da parte del cantante, Pierpaolo Capovilla, lo stesso incaricato di introduzioni e spiegazioni alle loro canzoni.
Ad esempio in riferimento a "Terzo Mondo" o a "E' colpa mia", dedicata al nostro Paese (c'è l'Italia del Nord, l'Italia del centro, l'Italia del Sud, l'italietta, l'italiuccia, l'italiona - quella che va in guerra in Iraq e in Afghanistan - e l'italiaccia....), oppure su Ken Saro Wiwa, a cui è dedicata "A sangue freddo". I testi dei Teatro degli Orrori infatti non sono banali, anzi, spesso sono impegnati e significativi nelle riflessioni e nelle denunce che propongono. Fanno respirare delusione, insofferenza, voglia di riscatto, desiderio di un futuro migliore che però giunga da noi, dal nostro impegno.
A tal proposito, tra tutte, "E' colpa mia" è quella che forse mi è rimasta di più, quella che già vi avevo proposto nel mio precedente post. Il nostro Paese va male, sta andando male, è innegabile. Stiamo decadendo da ogni punto di vista eppure non gliene frega più niente a nessuno. Va bene così. Ma di chi è la colpa? Di Silvio e del suo partito legato alla mafia (è di questi giorni la diffusione anche al di fuori del web della notizia su Dell'Utri a cui viene confermata la condanna di 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Notizia aggravata dalle affermazioni su Mangano, criminale pluriomicida affiliato a cosa nostra, stalliere nonchè ospite ad Arcore per diversi anni)? Della Lega che fomenta divisioni col suo desiderio di indipendenza e federalismo? Del PD, smorto e inconsistente? Dei magistrati, che sembrano accanirsi a tutti i costi contro chi ha reati da giustificare? Del calcio? Della chiesa?
No.
La colpa è di ciascuno di noi, quando non ci schieriamo, quando ci neghiamo, quando ci rinchiudiamo nel nostro egoismo e puntiamo alla sicurezza del nostro egoismo. Quando vediamo la politica solo come un pretesto per ottenere favori personali e non come un impegno corale nei confronti della collettività.
Ma, ancor peggio, a chi spetterà raccogliere i cocci del presente che stiamo creando?
IL TEATRO DEGLI ORRORI ha un ambizione più grande. Un quartetto rock bello classico, con una gran voglia di suonare della musica potente ma intrigante, violenta ma dai contenuti romantici, ignorante ma colta, un occhio ai Melvins ed uno a Dylan, un po' Birthday Party e un po' progressive.
Vi sembra poco? O è forse troppo? Ascoltare per credere.
La musica che suonano è piuttosto articolata e non banale, sia dal punto di vista delle soluzioni musicali che dei testi proposti. Come genere si potrebbero definire rock, indie, ma anche progressive. Ma forse è necessario attendere qualche altro album prima di inquadrarli meglio.
Dal vivo la resa è molto buona, davvero come mi aspettavo: giusto un paio di piccoli errori di attacco ma per il resto han suonato molto bene.
A questo, che già di per sè non è poco, va ad aggiungersi il modo di interagire con il pubblico, fatto di silenzi, di azioni mimate, di blocchi collettivi, di movenze tra il folle e il teatrale da parte del cantante, Pierpaolo Capovilla, lo stesso incaricato di introduzioni e spiegazioni alle loro canzoni.
Ad esempio in riferimento a "Terzo Mondo" o a "E' colpa mia", dedicata al nostro Paese (c'è l'Italia del Nord, l'Italia del centro, l'Italia del Sud, l'italietta, l'italiuccia, l'italiona - quella che va in guerra in Iraq e in Afghanistan - e l'italiaccia....), oppure su Ken Saro Wiwa, a cui è dedicata "A sangue freddo". I testi dei Teatro degli Orrori infatti non sono banali, anzi, spesso sono impegnati e significativi nelle riflessioni e nelle denunce che propongono. Fanno respirare delusione, insofferenza, voglia di riscatto, desiderio di un futuro migliore che però giunga da noi, dal nostro impegno.
A tal proposito, tra tutte, "E' colpa mia" è quella che forse mi è rimasta di più, quella che già vi avevo proposto nel mio precedente post. Il nostro Paese va male, sta andando male, è innegabile. Stiamo decadendo da ogni punto di vista eppure non gliene frega più niente a nessuno. Va bene così. Ma di chi è la colpa? Di Silvio e del suo partito legato alla mafia (è di questi giorni la diffusione anche al di fuori del web della notizia su Dell'Utri a cui viene confermata la condanna di 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Notizia aggravata dalle affermazioni su Mangano, criminale pluriomicida affiliato a cosa nostra, stalliere nonchè ospite ad Arcore per diversi anni)? Della Lega che fomenta divisioni col suo desiderio di indipendenza e federalismo? Del PD, smorto e inconsistente? Dei magistrati, che sembrano accanirsi a tutti i costi contro chi ha reati da giustificare? Del calcio? Della chiesa?
No.
La colpa è di ciascuno di noi, quando non ci schieriamo, quando ci neghiamo, quando ci rinchiudiamo nel nostro egoismo e puntiamo alla sicurezza del nostro egoismo. Quando vediamo la politica solo come un pretesto per ottenere favori personali e non come un impegno corale nei confronti della collettività.
Ma, ancor peggio, a chi spetterà raccogliere i cocci del presente che stiamo creando?
colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi
e meno intelligenti
è colpa mia x2
che non mi curo delle tue speranze
forse perché delle idee
non so più che farne
è colpa mia
non ci avevo mai pensato
è colpa mia
non presto mai troppa attenzione
è colpa mia
perché non prendo posizione
è colpa mia
mi crolla il mondo addosso
se ci penso
non me ne frega niente
è colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te
e nessuna spiegazione
soltanto quando è troppo tardi
ti ricordi ch'è tutto vero
è colpa mia x2
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te
e nessuna spiegazione
figlio mio
ci pensi, un giorno
tutto questo sarà tuo
neppure se ti vedo piangere
riesco ad essere felice
neppure se ti parlo veramente
quando ti dico
che per me non conti niente
neppure tu
è una vita spesa male
ma tanto ormai è finita e lo sai
perché è finita
era un autunno
mentre l'inverno si avvicina
è colpa mia x3
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi
e meno intelligenti
perché non mi curo
delle tue speranze
è colpa mia
se siamo diventati indifferenti
per piccoli egoismi
e altrettante bugie
e nessuna spiegazione
E' COLPA MIA
che non mi curo delle tue speranze
per piccoli egoismi
e altrettante bugie
e nessuna spiegazione
figlio mio
ci pensi, un giorno
tutto questo sarà tuo
Una canzone che si fa denuncia, quindi, e che rimane dentro. Accattivante e graffiante anche dal punto di vista melodico, potente, ma sincera.
Almeno per quel che mi riguarda, visto che qui si entra nel campo del gusto personale: in fondo, la musica è anche questo.
In definitiva, son rimasto proprio soddisfatto dell'esperienza fatta a questo concerto e auguro ai Teatro degli Orrori una lunga e felice carriera, conseguendo il giusto successo e la notorietà che si meritano. Sperando però che questo non li faccia cambiare come talvolta, purtroppo, accade.
Vi lascio infine con un altro dei loro video: A Sangue Freddo.
Almeno per quel che mi riguarda, visto che qui si entra nel campo del gusto personale: in fondo, la musica è anche questo.
In definitiva, son rimasto proprio soddisfatto dell'esperienza fatta a questo concerto e auguro ai Teatro degli Orrori una lunga e felice carriera, conseguendo il giusto successo e la notorietà che si meritano. Sperando però che questo non li faccia cambiare come talvolta, purtroppo, accade.
Vi lascio infine con un altro dei loro video: A Sangue Freddo.
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