Diciamo che tendenzialmente non ho l'occasione di starmene ore e ore ad oziare di fronte a quella scatola sorda che, in fondo in fondo, è la televisione.
Però, di tanto in tanto, mi capita di guardare quello che trasmettono le varie emittenti.
Tra le reti "minori" si trovano anche film e programmi interessanti, ad esempio su Rai 4, DMax, Focus, Cielo...
Le reti principali le bazzico poco, ma ogni tanto cado in tentazione. E mi accorgo in breve tempo che il monito a "non guardare la tv" è fondamentalmente sbagliato in quanto la comunicazione che ci arriva da questo fantastico aggeggio può essere fonte di notevoli sorprese, emozioni e riflessioni.
In particolar modo con le puntate delle serie tv più comunemente note come "telegiornali": sono queste che molte volte mi fan tornare in mente i "2 minuti d'odio" dell'orwelliano 1984, in cui si catalizzava la negatività della popolazione verso un nemico comune. Malgrado questo sfogo, la gente comunque rimaneva schiava del regime e concentrata su uno spaventapasseri, inconsapevole del fatto che avrebbe potuto incanalare quella medesima furente energia verso un reale contributo al cambiamento. Anzi, la massa manco si rendeva conto della verità a loro donata...
Comunque, dicevo, la televisione è fonte di emozioni e di arricchimento personale. Solo che non sempre ce ne avvediamo così come non sempre ci rendiamo conto di quante molteplici implicazioni si nascondano dietro qualche immagine o frase proposta.
E la summa di questo concetto è rappresentata, appunto, dai telegiornali, di cui Studio Aperto è il miglior esempio disponibile sulla piazza.
Io però recentemente ho visto qualche puntata del Tg1, un po' ci assomiglia anche se i protagonisti della serie e gli sceneggiatori sono leggermente diversi.
Confesso comunque che le emozioni suscitate son state varie ed eterogenee, spesso orientate all'indignazione e alla sana ira funesta per la costante riprova di quanto il Paese Italia sia assurdo e ridicolo. Sembra che non ci sia memoria del passato, non tanto di quello remoto e antico, ma anche di quello recente. Tutto sembra accadere dall'oggi al domani:
"T'oh parlano dello scandalo Mose...eh eh, adesso gli fanno il cuculo così a Galan...e i giornalisti sono a caccia di questo o quell'altro testimone...ben gli sta a questi politici del menga..."
[vocina dell'omino del cervello] "ma è possibile che per anni nessuno sia sia mai accorto di tutta questa merda di tangenti e corruzione e appalti truccati e favori politici e progetti insulsi il cui bilancio grava sulle spalle dei cittadini? Non ci sono verifiche o controlli? I giornalisti e le forze dell'ordine, fino a qualche settimana fa, dove cavolo stavano? In cura presso qualche clinica specializzata in cecità retribuita? E alle elezioni la gente come voterà: sosterrà ancora questo manipolo di criminali incompetenti o ne prenderà la distanze?"
Oppure vengono propinate le sfavillanti dinamiche legate alle battaglie pro patria combattute in Parlamento accennando, ma mai approfondendo, taluni particolari. Vedasi il patto del Nazareno, che poi sembra una cosa biblica concordata alla presenza di Gesù, mentre invece trattasi di accordi privati tra due condannati che decidono della cosa pubblica. Oppure l'Italicum, incostituzionale come il precedente Porcellum, ma che non preoccupa granché.
Anche perchè ai produttori televisivi che curano le stagioni delle serie-tv "TGx" non interessano questi dettagli, piuttosto si sceglie un taglio epico con cui montare i vari servizi, stile 300, con un manipolo di eroi che si batte per riformare il Paese osteggiato da buzzurri (e a volte gli stessi giornalisti si immedesimano pure con questi atteggiamenti...).
"Vai così! Riformate il Senato! Avanti! Prendetevi la gloriaaaaa!!!!! Questa è - pausa carica di pathos - l'Italiaaaaaaa!!!!"
[vocina dell'omino del cervello] "A parte che mesi fa si parlava di abolire il Senato, perché diamine si sta perdendo tempo su questo tipo di riforme quando l'economia non riparte e il Paese continua a perder punti? Perché non si da priorità a definire qualche piano industriale o a decretare misure straordinarie per aiutare le imprese o favorire le assunzioni? Perché non abbiamo sfruttato al meglio i 7 miliardi di fondi europei per la formazione, creando occupazione e sviluppo? E poi, non si era detto di risolvere un problema al mese: come stiamo a magagne risolte? Mi pare invece che le stime della ripresa siano state riviste al ribasso..."
E via di questo passo, in un crescendo di contrasti e moti interiori suscitati dai servizi proposti, spesso sensazionalistici o riguardanti l'ovvio. O che nascondono e oscurano problemi e/o scandali apparsi solamente qualche mese o settimana prima, vedasi l'Expo 2015 o la terra dei fuochi, ma anche problemi esteri come l'aereo abbattuto in zona Ucraina.
"Se non ne parlano, vuol dire che è tutto a posto, no?"
[vocina dell'omino del cervello] "Ah ah ah, sei davvero un povero illuso. Ma lo sai..."
"Ssht...parlano della crisi degli stabilimenti balneari..."
[vocina dell'omino del cervello] "Beh, che ti aspettavi. Non ci sono certezze economiche, i costi sono esorbitanti...e poi, che diamine, è proprio necessario andare al mare? Non esiste il turismo culturale? Non si potrebbe andare in montagna?"
Poi, con un abile colpo di scena,subentrano spettacolari immagini di guerra, accenni a crisi estere, ricordi di stragi impunite accadute nel nostro Paese, accanimenti su questo o quel caso umano, quindi la tartaruga che depone le uova e il nuovo video di Kate Perry... tante emozioni, insomma, che con la tv spenta non si sarebbero potute gustare.
Idem con patate quando invece va in onda qualche spot, con persone drogate di LSD che son felici di buttare la propria vita nelle pulizie di casa, altre con evidenti squilibri alimentari che si strafogano di surgelati e schifano la roba fresca, per approdare infine a quell'onesto spot pro-sport che la Coca Cola propinava durante i mondiali.
"Che testo ispirato! Quale ardore e desiderio di consacrare la mia vita a questo nobile sport!"
[vocina dell'omino del cervello] "A me pare che dica: calcio, calcio, calcio! Inchinatevi dinnanzi al vostro dio, plebei italiani!"
Propaganda insomma, che finisce per veicolare il pensiero della persona media verso codesto sport (e per proprietà transitiva anche verso la Coca Cola che ne permette l'evangelizzazione) che sempre più, negli anni, si sta dimostrando più che una disciplina sportiva un modo per far girare soldi.
Innegabile comunque che uno sport come quello del pallone condizioni fortemente il nostro Paese. Addirittura si potrebbe finire col credere che non abbia senso dedicare nemmeno un nano secondo ad altre discipline. Eccetto quelle sostenute dalle case automobilistiche o dai produttori di carburanti: difatti, rinviano persino i tg quando corrono per il Gran Premio. Cioè, cambiano la trasmissione ma il bilancio in termini di sensazioni e informazione rimane eguale.
Sia mai che gli italiani si perdano l'occasione di veder un po' di auto che si rincorrono. O che per caso si accorgano che esistano anche altre discipline o attività sportive, tipo la scherma, le arti marziali o discipline derivate.
Per cui, concludendo, spegnere la tv è fondamentalmente sbagliato: si rischia di mancare innumerevoli occasioni per emozionarsi o per cogliere spunti di riflessione su cui meditare. Momenti che possono derivare da un documentario, da un telegiornale o persino da uno spot televisivo. Anche se non sempre i migliori arrivano da noi :-)
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