giovedì 14 agosto 2014

Villa Pisani e gli investimenti italiani alla voce turismo

La Brasserie Houblon, di Strà, è un magnifico esempio di pub: l'edificio che lo ospita si sviluppa su tre piani, per proporre atmosfere diverse per bere ottima birra e cenare con le pietanze offerte dalla cucina. L'offerta birraria è pure molto buona - in particolare si segnala la birra Antoniana - e non mancano nemmeno occasioni di svago e divertimento, come concerti di musica dal vivo.
Speculare all'Houblon, situata dall'altra parte del naviglio del Brenta che costeggia via Roma e via Doge Pisani, sempre a Strà, c'è poi un altro posto particolarmente interessante: Villa Pisani.
Considerata la Regina delle ville venete, rappresenta uno splendido connubio tra l'architettura barocca francese e il giardino all'italiana. Costruita agli inizi del '700 è stata progettata da Gerolamo Frigimelica ed è stata dimora del doge Alvise Pisani. Non solo, nel corso degli anni ha ospitato anche personaggi del calibro di Napoleone Bonaparte, Carlo IV di Spagna, lo zar Alessandro I a Ferdinando II di Borbone. 
La villa e il suo splendido e vastissimo giardino sono oggi giorno a disposizione dei numerosi turisti, italiani e stranieri, che transitano per Strà (e che magari temporeggiano in attesa dell'apertura del pub di cui prima).
Anche io e Silvia, in compagnia di una coppia di amici, Enrico ed Elisa, recentemente abbiamo avuto modo di visitarla. Ci siamo limitati alla sola area esterna, esplorando i viali alberati, il labirinto di siepi, l'area adibita alla coltivazione di agrumi...e senza dubbio si è trattato di un'esperienza gratificante, che ci ha fatto apprezzare un piccolo gioiello del patrimonio storico culturale italiano.
Abbiamo trascorso alcune ore all'aria aperta, bighellonando tra i sentieri, esplorando e fotografando il parco-giardino della villa, sperimentando le nostre capacità di orientamento (e culo) nel districato labirinto di siepi, finendo poi per vagare tra le numerose piante di limoni, di pomelo e di arance da cui, mi piace pensare, vengono distillati prelibati liquori dolci.







Di contro, la visita ci ha però lasciati indignati e perplessi sulla poca cura riservata ad alcune aree, evidenza tangibile della mancanza di fondi e investimenti nella valorizzazione della villa. 
Per cui, erba incolta appena un centimetro fuori dai percorsi calpestabili, sterpaglie e rami caduti laddove si ritiene la gente non abbia interesse ad andare, muschio e sporcizia sulle statue, aree in cui non era ben chiaro fin dove ci si potesse spingere (parlo delle zone delle limonaie, degli aranceti e della contigua serra), aree addirittura chiuse al pubblico da minacciose strisce di nylon rosso e bianco (certamente capaci di generare poderosi campi di forza analoghi a quelli visti al cinema, in Star Wars, tali da respingere le avanzate dei più agguerriti dei visitatori). 
Lo stesso bar del museo - perché all'interno della villa sarebbero pure organizzate mostre ed esposizioni - rappresenta una piccola delusione, molto spartano e in disarmonia con lo stile della villa, per non parlare dell'odore non propriamente di gelsomino derivante dalle vicine toilettes. Su uno dei vasi posti all'ingresso ho pure trovato i resti di un gamberone...mah...
Tutto questo, insomma, mi ha molto intristito, contrastando con le emozioni galvanizzanti provare nel visitare il parco della villa. 
Se da un lato la visita al parco e alla villa permettono di respirare fascino storico e valore artistico, oltre a dispensare un pizzico di orgoglio per un simile tesoro "locale", dall'altro non mi capacito dello stato di poca cura riservato alla regina delle ville venete.
E se consideriamo che il parco è stato insignito del titolo di migliore d'Italia per l'anno domini 2008, le mie perplessità aumentano. Anche se sospetto che la paura della fine del mondo collocata nel 2012 possa essere in qualche modo usata come giustificazione: perdincibacco, chi pensava che ci fosse speranza per la vita sul pianeta Terra? Giacobbo pareva saperla lunga e invece...
Ahem...
Possibile che gli investimenti e le risorse destinate ai beni storico-culturali-artistici italiani siano così risicate? 
Possibile che in un Paese come il nostro, che per patrimonio storico-culturale-artistico non credo sia secondo a nessun'altra nazione, le finanze disponibili per auto-valorizzarsi siano così esigue?
Eppure per cagate come l'Expo 2015 (t'oh, si terrà l'anno prossimo...ed è tutto ancora in alto mare...) non sembrano esserci problemi: 12 miliardi e più di investimenti, una miriade di tangenti e aspetti poco chiari, dibattimenti e scandali politici vari, ma anche se siamo già fuori budget e non rientreremo mai dalla spesa, nessuno si perplime o demorde. I fondi si trovano. E che diamine - dico io - vorremo mica porre un freno a questa spirale di corruzione e appalti truccati?
Idem per progetti di dubbia utilità come il Mose, senza parlare dei vari aiuti di Stato concessi, negli anni, ad aziende fedeli e riconoscenti come Fiat o Alitalia.
Diversamente, per valorizzare gli aspetti che potrebbero garantire un rilancio dell'Italia - Arte, Abbigliamento, Agricoltura... - non si investe una mazza. 
In un articolo di Eugenio Benetazzo, datato settembre 2013, si parla di circa 0,028 miliardi di euro l'anno investiti per il turismo e 1,4 miliardi di euro per la tutela dei Beni e delle Attività Culturali...non molto, in effetti. 
Magari si potrebbe pensare a qualche piano alternativo per raccogliere fondi o ridurre le spese. Ad esempio prelevando manodopera a costo zero dai carceri per farla sgobbare all'aria aperta. Oppure coinvolgendo associazioni e pensionati. Meglio ancora se si recimolano fondi organizzando eventi o concerti o, in extremis, dirottando parte dei ricavati di videolottery e compagnia bella. Anzi no, ce l'ho, organizziamo qualche partita di Serie A nel parco della villa! :-)
Ma mi sa che tutto questo non accadrà mai.
In prospettiva, tra qualche decennio, mi sa che ci sarà qualche cambiamento e saranno posti come l'Houblon a venir ricordati (senza nulla togliere al piacere della birra, sia chiaro), e non ville che hanno ospitato la storia all'interno delle loro stanze. 


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